Il compositore Vittorio Gelmetti (Milano, 1926 – Firenze, 1992) distingue la diversa lettura del linguaggio musicale attraverso un codice colto ed uno popolare.
Nelle epoche passate, si conosceva ed ascoltava quasi esclusivamente la propria musica, mentre, la nostra società ha la possibilità di costruirsi una memoria musicale storica attingendo ad un patrimonio estremamente più vario grazie ai mezzi di comunicazione di massa.
Possiamo ipotizzare che per il passato remoto, il patrimonio musicale fosse comune a tutti, mentre le differenziazioni sociali, apparse e consolidatesi nel corso della storia, hanno portato una progressiva diversità dell’omogeneità della cultura.
Questa differenziazione ha creato una serie di conoscenze comuni, che definiremo codice popolare e una serie di conoscenze specifiche da includere nel codice colto.
Gelmetti fa ascoltare lo stesso brano letto, sia con un codice popolare, che ne privilegia i significati extramusicali, originati dalla funzione e dall’uso che se ne fa, sia con un codice colto, che lo analizza con conoscenze specifiche.
Il codice popolare e quello colto non sono antitetici, bensì complementari e l’uno estensione dell’altro.
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