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Le imprese industriali: la sfida dopo la Grande Recessione
di Patrizia Casini
Come nel corso degli ultimi anni si è modificato il modo di fare impresa
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Il lavoro che serve. Persone nell`industria 4.0
Mentre la tecnologia ci cambia, a volte con il vento dell’innovazione disruptive, più spesso come un’onda lunga e graduale, la via italiana all’industria 4.0 ha un dato certo: prima vengono le persone, con le loro capacità di far camminare le imprese, ciascuna nel proprio ruolo. Questo è quanto vine messo in luce da Annalisa Magone e Tatiana Mazali in "Il lavoro che serve. Persone nell'industria 4.0" edito da Guerini e Associati.
Il lavoro che serve sono storie di ordinaria bravura, annodate al paradigma digitale, dove il cambiamento non è più una ipotesi, ma un orizzonte sul quale ciascuno di noi si trova a dovere riflettere anche su se stesso.
Annalisa Magone, divulgatrice, si occupa di innovazione ed è presidente del centro di ricerca Torino Nord Ovest.
Tatiana Mazali, sociologa dei processi culturali e comunicativi ed esperta di media digitali, è ricercatrice al Politecnico di Torino.
Per Guerini e Associati le autrici hanno pubblicato Industria 4.0. Uomini e macchine nella fabbrica digitale.
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L`industria intelligente. Per una politica di specializzazione efficace
La Grande Recessione che ha investito l’economia mondiale a partire dal 2007 ha provocato nel nostro paese una caduta del PIL e degli investimenti fissi e un pesante deterioramento degli indicatori di fi nanza pubblica, con un aumento sensibile del rapporto debito pubblico/PIL. L’Italia del 2017, al contrario, mostra i segnali di una timida ripresa.
Per rafforzare questi segnali e tornare a crescere occorre delineare i contorni di una rinnovata politica industriale che abbia al suo centro l’accelerazione dell’attività innovativa delle imprese, e che favorisca nel contempo la mobilità delle risorse verso le imprese più produttive, innovative e aperte a forme avanzate di internazionalizzazione. Questo è quanto sottolinea Fabrizio Onida, nel suo libro "L'industria intelligente. Per una politica di specializzazione efficace" edito da Egea.
"Nella storia del dopoguerra, ma anche in precedenza scrive l'autore- l’Italia si è segnala ta per la straordinaria capacità di alimentare quei distretti industriali (che ancora oggi ci invidiano altri paesi con tessuto produttivo assai più concentrato del nostro). Oggi dovremmo essere maturi per produrre una nuova cultura di «ecosistemi innovativi» all’altezza delle sfide competitive del nostro secolo, avendo intorno a noi paesi vecchi e nuovi protagonisti della concorrenza sui mercati, proiettati sul futuro dei propri vantaggi comparati, più che sulla strenua difesa di quelli ereditati dalla storia.
Sotto questo profi lo allo Stato compete un molteplice ruolo: da un lato promotore di progetti di ricerca precompetitiva che incentivino la messa in comune di risorse private e pubbliche per realizzare obiettivi di sviluppo e benessere collettivo; dall’altro aggregatore di energie innovative in un tessuto produttivo di piccole e medie imprese, ancora oggi troppo frammentato; e infine facilitatore di interconnessioni tra imprese e istituzioni di ricerca.
Fabrizio Onida è professore emerito di Economia internazionale pres
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Industria 4.0: uomini e macchine nella fabbrica digitale
Siamo oggi alle soglie di una nuova rivoluzione industriale, una trasformazione profonda, che vengono descritte attraverso un viaggio nell’innovazione di grandi aziende, nel libro "Industria 4.0. Uomini e macchine nella fabbrica digitale", a cura di Annalisa Magone e Tatiana Mazali, edito da Guerini e Associati. L’analisi delle case history citate nel volume, dimostra che stiamo assistendo a una rivoluzione culturale ancor prima che tecnologica. Come sottolineano le autrici, “riguarda il modo di pensare i beni industriali, il modo di lavorare dentro gli uffici e nelle officine. Riguarda il rapporto fra l’uomo e i robot, la morfologia di fabbriche sempre più flessibili, sostenibili, ergonomiche, intelligenti, in una parola, smart”.
Secondo i teorici di questo cambiamento, in un futuro ormai prossimo la facoltà di comunicare delle macchine conferirà alla linea di produzione inedite capacità autodiagnostiche, il processo produttivo verrà simulato in ambiente virtuale per individuare e risolvere problemi prima di costruirlo fisicamente. La flessibilità dei sistemi consentirà di personalizzare i prodotti fino a tenere conto degli interessi del singolo cliente, l’addestramento del personale avverrà in ambiente virtuale prima di entrare in fabbriche che sapranno approvvigionarsi di energia in modo sobrio, senza sprechi e al minor costo possibile.
Di fronte a uno scenario in rapida trasformazione, sospinto da politiche di ricerca europee che mettono in circolo importanti risorse finanziarie, l’interrogativo è dunque come l’industria italiana stia fronteggiando la trasformazione digitale alla luce delle sue peculiarità e della sua posizione nella divisione internazionale del lavoro. Il tutto guardato da una prospettiva particolare: non il potenziale tecnologico o la tenuta dell’economia, ma il lavoro dentro le grandi fabbriche, quali trasformazioni sono già osservabili, come stanno adattandosi, come giocano la carta del futuro.
Il libro è basato su una ricerc
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Al posto tuo: così web e robot ci stanno rubando il lavoro
Le macchine hanno sempre rimpiazzato gli uomini. Prima però lo facevano nei compiti pesanti, colpendo i colletti blu. Ora sostituiscono il lavoro dei colletti bianchi. In passato l'aumento della produttività dato dalla tecnologia si trasformava in piú ricchezza per la società: se uno perdeva il lavoro in manifattura ne trovava un altro nei servizi. Ormai le macchine corrono troppo forte e distruggono piú posti di quanti non riescano a creare. Questo il