Rai Scuola

Casa Sapiens: "Che bella la città"

Settima puntata

Oggi, metà della popolazione mondiale vive all’interno delle aree urbane, una percentuale destinata, secondo l’ONU, a salire a due terzi entro il 2050. Le città erano in passato il luogo in cui rifugiarsi per sfuggire alla povertà, oggi sono bersagli di eventi meteorologici estremi sempre più devastanti, agglomerati di cemento e asfalto dove la temperatura è più alta di 5 gradi rispetto alle aree di campagna circostanti. La bulimia costruttiva attanaglia le nostre città, un fenomeno particolarmente vistoso in Cina dove si moltiplicano le “città fantasma”, costruite per essere abitate da eserciti di cittadini ma lasciate pressoché disabitate. In tre anni, dal 2011 al 2013 nel paese asiatico è stato utilizzato più cemento che negli Stati Uniti nel XX secolo.

Un problema, quello del sovra utilizzo di cemento, che riguarda tutto il mondo: ogni anno si producono 4 miliardi di tonnellate di cemento con enorme dispendio di energia, di acqua e di rocce. Le città di nuova edificazione sono voraci consumatrici di energia, acqua e petrolio e producono ingenti quantitativi di rifiuti. Siamo distanti anni luce dal modo in cui gli antichi costruivano le loro città: secondo criteri logistici (la facilità con cui si poteva difendere e la vicinanza al mare o al fiume), e di bellezza. Oggi le città rispondono soprattutto a dettami economici e sono ben lontane da quella ricerca di armonia tra natura e tessuto urbano che ha ispirato l’edificazione di tante città in passato, una fra tutte Urbino, trionfo degli ideali di perfezione del Rinascimento oggi perduti. 

Dai primi villaggi del Neolitico alle megalopoli di oggi, i Sapiens sono sempre stati innamorati delle città e non solo per i motivi economici. La città resta un polo di attrazione intellettuale irresistibile ma c’è da chiedersi se siamo stati in grado di rispettare le esigenze del territorio che le ospita. L’Italia è piena di città costruite nel posto sbagliato e nella nostra penisola i rischi naturali sono dappertutto. Primo fra tutti il rischio sismico che avrebbe dovuto consigliare finora maggiore prudenza e rispetto delle regole nella costruzione di abitazioni e opere pubbliche. La dimostrazione plastica che l’osservanza dei più basilari sistemi costruttivi adeguati al rischio sismico può fare la differenza è quello che è accaduto a Norcia e Amatrice durante il terremoto del 2016. Nella prima, più rispettosa delle tecniche costruttive antisismiche, non c’è stato nessun morto e nessun crollo. Nella seconda le vittime sono state 300 e il patrimonio edilizio ha subito pesantissimi danni.

C’è poi da chiedersi se il futuro sia delle smart city, le città che i Sapiens sembrano essersi date come modello per il futuro. Riusciranno le città intelligenti a ovviare a quei conflitti che nelle grandi città nascono dalla disomogeneità sociale come accade nelle banlieue parigine o negli slum inglesi? Se è vero che, come ha sentenziato il biologo statunitense Edward Wilson, siamo attirati da ciò che è vivo, siamo sicuri che le città intelligenti, sia pur con le loro promettenti dotazioni telematiche, soddisfino questo bisogno? Saremo costretti a rimpiangere le nostre imperfette città di oggi?

Mario Tozzi e le sue incursioni nel passato, nel presente e nel futuro della vita dei Sapiens proseguono con la settima puntata di Casa Sapiens, una produzione Rai Cultura, in onda su Rai Scuola (canale 57 del digitale terrestre).

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