Peppino Impastato

A 20 giorni dall'assassinio

Dal telegiornale del 29 maggio del 1978, a 20 giorni dal ritrovamento del corpo di Peppino Impastato, parla il fratello Giovanni che, sul luogo del delitto, descrive la dinamica dell'omicidio e spiega i sospetti nutriti da lui e dalla sua famiglia. I suoi amici e la madre Felicia sottolineano l'estraneità di Peppino da ogni forma di violenza e l'inverosimile ricostruzione del suo omicidio come di un atto terroristico.

Peppino Impastato era nato a Cinisi il 5 gennaio 1948 da Felicia Bartolotta e Luigi Impastato. La famiglia è imparentata con il capomafia Cesare Manzella, considerato uno dei boss che individuarono nei traffici di droga il nuovo terreno di accumulazione di denaro. Frequenta il Liceo Classico di Partinico e da liceale si avvicina alla politica, in particolare al PSIUP, formazione nata dopo l'ingresso del PSI nei governi di centro-sinistra. Insieme ad altri giovani fonda il giornale, "L'Idea socialista" che, dopo alcuni numeri, verrà sequestrato. 

Nel 1977 Impastato e un gruppo di amici aprono Radio Aut, un'emittente autofinanziata che fa satira nei confronti della mafia e degli esponenti della politica locale. Nel 1978 partecipa con una lista che ha il simbolo di Democrazia Proletaria, alle elezioni comunali a Cinisi. Viene assassinato il 9 maggio 1978, qualche giorno prima delle elezioni e qualche giorno dopo l'inaugurazione di una mostra fotografica sulla devastazione del territorio operata da speculatori e gruppi mafiosi. Il suo corpo viene fatto saltare da una carica di tritolo sui binari della linea ferrata Palermo-Trapani. Le indagini sono, in un primo tempo orientate sull'ipotesi di un attentato terroristico consumato dallo stesso Impastato, o, in subordine, di un suicidio "eclatante".