Hannah Arendt e la banalità del male

Felice Cimatti ricorda uno dei libri più importanti del secolo scorso

Gli apparati burocratici incarnano una razionalità impersonale e puramente procedurale, del tutto impersonale. Il prototipo terribile del male burocratico è rappresentato da Adolf Eichmann, l'ufficiale nazista che organizzò il trasporto nei campi di sterminio di milioni di ebrei. Il suo caso è oggetto di uno dei libri più importanti del secondo '900, La banalità del male (1963), della filosofa Hannah Arendt. Il tema è urgente: cosa diventa l'etica nel tempo degli apparati burocratici?