Philippe Quéau: il reale e il virtuale

Il nuovo cyberspazio

In un’intervista dell'Enciclopedia Multimediale delle Scienze Filosofiche (Rai Educational, Renato Parascandolo, 1996) Philippe Quéau parla del cyberspazio. 

All'epoca dell'intervista, Quéau ricopriva le cariche di Direttore dell'Institut National de l'Audiovisuel di Parigi (INA), era membro del Comitato di ricerca del Ministero francese della cultura e della comunicazione, ed era anche Direttore della divisione Informazione e Informatica presso l'Unesco.

Il cyberspazio obbedisce alle proprietà di ubiquità, istantaneità, accessibilità, trasparenza e replica indefinita

Le concezioni classiche, come ad esempio quella kantiana dello spazio e del tempo, vengono ora soppiantate da uno spazio-tempo fluido, plasmatico, fusionale, con rotture e scarti profondi.
Oggi si parla di information gap, di dislivelli fra i diversi gradi di conoscenza, di accessibilità tra le regioni del cyberspazio. Ci sono dunque diversi livelli di realtà e questo costituisce un monito contro la tentazione di contrapporre il reale al virtuale, che andrebbero piuttosto considerati come rientranti, entrambi, in una inedita e superiore metacategoria. La virtualità infatti, non è, come la potenzialità, uno stato embrionale della realtà, o una specie d`irrealtà, bensì un progetto di realtà.

E viceversa, la realtà è sempre più virtuale, come dimostra la natura virtuale del 99% del capitale finanziario che circola nel mondo

Il virtuale si presenta come una nuova rappresentazione del reale suscettibile di diventare tanto uno strumento d`intelligibilità, quanto una nuova forma di alienazione.