L'elettrostatica

Fisica e senso comune

La serie Fisica e senso comune, a cura del Dipartimento Scuola Educazione, muove da un approccio empirico al fenomeno in esame per arrivare, con metodo scientifico, alla formulazione della legge che lo governa.
In questa unità audiovisiva, attraverso esperimenti realizzati in studio e animazioni grafiche, si illustrano le leggi dell’elettrostatica.

Le prime notizie sull’elettricità risalgono al VI secolo a.C., quando Talete di Mileto scoprì che l’ambra, il cui nome greco è “èlektron”, immagazzina elettricità e attrae corpi leggeri ogni qualvolta essa viene strofinata con un panno di lana. Molto più tardi, nel Seicento, gli esperimenti del tedesco Otto von Guericke, che mise a punto la “sfera elettrostatica” per produrre cariche elettriche, e dell’olandese Pieter van Musschenbroeck, che con la sua “bottiglia di Leida” riuscì ad accumularle, si ebbero le prime interessanti invenzioni riguardanti l’elettricità.

A partire dal XVIII secolo, l’interesse sull’argomento aumentò sensibilmente, e la ricerca si arricchì di importanti scoperte. La distinzione tra cariche negative e cariche positive è attribuita al fisico e statista statunitense Benjamin Franklin, il quale fece anche importanti studi sul parafulmine. Nel 1799 l’italiano Alessandro Volta creò l’apparato elettromotore, in seguito denominato “pila di Volta”.

Verso la metà dell’Ottocento, gli studi del fisico inglese Micheal Faraday approdarono, oltre che all’invenzione della cosiddetta “Gabbia di Faraday”, efficace parafulmine, alla scoperta che l’energia elettrica poteva essere generata da variazioni di un campo magnetico, gettando le basi degli studi sull’elettromagnetica e sull’elettrolito.