Pietro Greco. Fermi, un errore da Nobel

Se avesse dato ascolto a una donna...

10 dicembre 1938. Stoccolma. Enrico Fermi  riceve finalmente il premio Nobel, per «l'identificazione dei nuovi elementi radioattivi prodotti dal bombardamento di neutroni e per la scoperta, in relazione a questo studio, delle reazioni nucleari causate dai neutroni lenti». I neutroni lenti sono particelle elettricamente neutre e dotate di una velocità relativamente bassa da penetrare sì nei nuclei degli atomi, come una pallottola in un cuscino, ma non avere la forza per uscirne, venendo così catturati. I nuovi elementi radioattivi sono stati battezzati ausonio ed esperio. Sono elementi transuranici, perché nel loro nucleo hanno (avrebbero) più protoni dell’uranio. I protoni sono particelle positive. Torniamo indietro nel tempo. 

Marzo 1934, Roma. Via Panisperna. Loro – i ragazzi di via Panisperna, ovvero il gruppo di Enrico Fermi e dei suoi giovani collaboratori – hanno appena scoperto i “neutroni lenti” e bombardano tutti i nuclei degli atomi per vedere cosa succede. Quando arrivano all’uranio, ottengono una reazione nucleare. Qualcosa succede nel nucleo di uranio. Ma cosa? Fermi è incerto nella risposta. Ma poi l’interpretazione è univoca: abbiamo ottenuto due elementi transuranici, l’ausonio e l’esperio.  I giornali del regime fascista salutano l’impresa del “genio italico”. Inutilmente una chimica tedesca con simpatie naziste, Ida Noddack, invia a Fermi un articolo in cui lo avverte: guarda che, con ogni probabilità, voi non avete ingrossato il nucleo di uranio, lo avete spaccato. Avete ottenuto la fissione dell’atomo.  Fermi e i suoi ragazzi non le credono.

A Berlino un altro gruppo, formato da Lise Meitner e Otto Hahn ripete l’esperimento, ottenendo gli stessi risultati e proponendo le medesime interpretazioni dei romani.
Nuovo salto avanti nel tempo. Berlino, una settimana dopo la cerimonia del premio Nobel a Fermi. Otto Hahn ripete tenta per l’ennesima volta il bombardamento del nucleo di uranio, secondo le indicazioni di Lise Meitner, fuggita rocambolescamente qualche settimana prima in Svezia, perché ebrea. Stavolta Hahn analizza i prodotti della reazione sono brio e kripton: due elementi più leggeri dell’uranio. Dalla Svezia Lise Meitner propone la definitiva e giusta interpretazione: abbiamo ottenuto la fissione dell’uranio.

Enrico Fermi è il più grande fisico nucleare al mondo. E Lise Meitner gli è molto prossimo. Entrambi si sono sbagliati. Per quattro lunghi anni. Nell’errore è cascata anche l’Accademia delle Scienze di Stoccolma, che assegna il Nobel.

Nel 1945 gli svedesi riconoscono l’errore. Ma solo parzialmente. E assegnano il Nobel solo a Otto Hahn.  Due donne per due volte hanno visto giusto. Ma nessuno lo riconosce. Succede, talvolta, anche nella scienza.