Benvenuti in casa Ba - L'acquisto di una casa

Unità 9 - Livello B1

Lucia, l’amica di Anna, sta cercando casa insieme al fidanzato Lorenzo: hanno deciso di sposarsi e Anna sarà la loro testimone. La ragazza ha quindi preparato una bella sorpresa per i suoi due amici. Olga è partita per la Croazia: sua madre non sta molto bene, si tratta solo di qualche problema legato all’età ma la donna vuole starle vicina. Karim ha dato una buona idea a Salif: iscriversi all'Associazione Italia Turismo Responsabile (AITR) per promuovere il suo progetto di turismo solidale. Fela studia con grande impegno per preparare la tesi mentre Anna, parlando di poesie croate e italiane con Lucia, pensa di mettere sulla cartina d’Italia della madre l’immagine di Carlo Pisacane, capo di una sfortunata impresa patriottica del Risorgimento. Anna incontra l'architetto iraniano Ardishir Shojai Kaveh.

SCENA 0
ANNA:Et voilà! Sarà esattamente così! C’è tutto quello di cui avete bisogno!
Alcuni giorni prima…

SCENA 1
ANNA: Sono così emozionata di farti da testimone… avete già fissato la data?
LUCIA: Prima vorremmo essere sicuri di avere la casa!
ANNA: Fate bene a comprarvi una casa... conviene pagare un mutuo invece dell'affitto...
LUCIA: E' quello che abbiamo pensato, ma non è così facile...
ANNA: E la ricerca come va?
LUCIA: Ne abbiamo vista una molto carina, anche se piccola… c’è un soggiorno con angolo cottura, una cameretta che diventerà la stanza da letto e un bagno… per noi va benissimo!
ANNA: Ma certo…
LUCIA: La cameretta è un po’ piccola… forse bisognerebbe fare dei lavori…
ANNA: Basta vedere la piantina e vedere se c’è qualche muro che si può spostare o fare dei lavoretti…
LUCIA: Guarda, eccola!
ANNA: Mmmm… sembra carina… questo per esempio non è un muro maestro: si può spostare… ma avete già fatto una proposta all’agenzia?
LUCIA: Non ancora. Dobbiamo prima prendere un mutuo. Le banche a cui abbiamo chiesto informazioni non ci hanno convinto… abbiamo molto poco per l'anticipo e le rate dobbiamo pagarle io e Lorenzo un po' al mese...
ANNA: Sono sicura che la farete. Avete tutti e due uno stipendio fisso. L’importante è trovare un mutuo conveniente.
LUCIA: Stiamo cercando su internet… oggi ci sono tante società che concedono un mutuo anche on line… però non sappiamo ancora per quanti anni: quindici, venti, venticinque o anche di più... dipende dalla rata mensile e poi non sappiamo se è meglio un tasso fisso o uno variabile... insomma dobbiamo decidere ancora tante cose...
ANNA: Coraggio, Lucia!
LUCIA: Grazie... a proposito non mi hai ancora detto perché Olga è partita così all'improvviso?
ANNA: La nonna non stava molto bene e mamma è voluta partire subito...
LUCIA: Ha fatto proprio bene...
ANNA: Eh si, anche se per fortuna non era nulla di grave...
LUCIA: Meglio così!
Più tardi…

SCENA 2
FELA: Hai sentito Olga?
SALIF: Si, sua madre ha solo qualche problema dovuto all'età...
FELA: Meno male... ma allora zio, hai deciso? Hai telefonato a quella società di cui abbiamo parlato?
SALIF: Sì, è stata un’idea di Karim e la trovo molto buona… L'iscrizione all'Associazione Italia Turismo Responsabile (AITR) sarà molto utile per il mio progetto di turismo solidale... Dobbiamo rivolgerci a tutte quelle persone che hanno voglia di ammirare paesaggi e monumenti sconosciuti, ma anche scoprire il mondo nei suoi aspetti più autentici, fuori dagli schemi di un turismo tradizionale e di massa.
FELA: Un turismo di conoscenza, dove lo scambio interculturale è al centro dell'esperienza...
SALIF: Esatto, bravo Fela!
Nel frattempo...

SCENA 3
Nel pomeriggio…

SCENA 4
FELA: Ciao, zio!
SALIF: Ciao, Fela!
FELA: Di cosa avevi bisogno?
SALIF: Mi puoi dare una mano con i prodotti appena arrivati? Karim è in banca.
FELA: Certo! Sono in magazzino?
SALIF: Sì, ma prima, dimmi… tutto bene all’università?
FELA: Sì, oggi ho parlato con il professore. È stato interessante. Si occupa di geopolitica ma è un appassionato di lingua italiana. Mi ha spiegato molte cose sull’italiano. Sai che in epoca fascista non ci si poteva dare del lei ma solo del voi?
SALIF: Non lo sapevo. Epoca fascista? Cosa intendi?
FELA: Il 'ventennio fascista' che va dal 1922, anno in cui Benito Mussolini prese il potere, fino alla fine della dittatura nel luglio del 1943...
SALIF: E la tua tesi? Il professore la sta leggendo?
FELA: Sì.…
SALIF: Sono molto orgoglioso della tua tesi su Leopold Sedar Senghor… la passione della mia giovinezza…
FELA: Non è facile parlare di Senghor… è un personaggio dai molteplici interessi…
SALIF: Anche come poeta è stato sempre impegnato a parlare della sua idea di Africa… “E c'immergeremo amica mia in una presenza africana./ Mobili della Guinea e del Congo, solidi e lucidi scuri e sereni./ Maschere primordiali e pure alle pareti, distanti ma così presenti!/ Sedili d'onore per gli ospiti ereditari, per i principi del Paese Alto./ Profumi selvaggi, spesse trecce di silenzio/ Cuscini d'ombra e d'ozio, il suono d'una sorgente di pace…”
FELA: Zio! Come fai a saperli a memoria!
SALIF: Li ho imparati negli anni in cui andavo a scuola e non li ho più dimenticati… quando discuterai la tesi?
FELA: A ottobre…
SALIF: Sarò in prima fila!
FELA: Ma non intervenire!
Più tardi…

SCENA 5
LUCIA: Questa idea di Olga mi piace proprio!
ANNA: E’ l’Italia unita di mamma! Le piace conoscere la storia d’Italia e spesso ci ritrova qualcosa della Croazia…
LUCIA: Cosa, ad esempio?
ANNA: E’ lo spirito degli uomini che cercano l’indipendenza, una patria… sto rileggendo uno dei nostri poeti, che è stato anche un partigiano… Ivan Goran Kovačić… l’autore delle Poesie croate partigiane, ascolta, ti traduco un verso:
Il vostro canto mi restituisce la luce negli occhi forte come il popolo,
alto come il sole”.
LUCIA: Questi versi parlano di chi combatte per la propria patria… Sono versi bellissimi… molto emozionanti…
ANNA: E poi mamma mi ha parlato di una poesia che racconta di un patriota italiano morto anche lui combattendo, insieme a trecento suoi compagni. Vuoi sentire l’inizio di questa poesia? Si chiama “La spigolatrice di Sapri”
LUCIA: Certo!
ANNA: “Eran trecento: eran giovani e forti: e sono morti! Parla di un’impresa fatta da un eroe del Risorgimento. Sperava di arrivare a Sapri, una cittadina dell’Italia del sud, e suscitare una rivolta del popolo per liberare quella parte dell’Italia… ma non fu così…
LUCIA: Come si chiamava?
ANNA: Carlo Pisacane…. Ecco il suo ritratto… anzi, lo metterò qui… a Sapri…
LUCIA: Brava, Anna! Tua mamma sarà contenta... la sua passione per la storia italiana è contagiosa...
ANNA: Eh già!
Nel frattempo…

SCENA 6
FELA: Uff… ma quanti prodotti sono arrivati?
LORENZO: Ehi, Fela!
FELA: Lorenzo! Che piacere… come mai da queste parti?
LORENZO: Sono andato a parlare con un notaio qui vicino e sono passato a vedere se eri qui da tuo zio…
FELA: Hai fatto bene! Mio zio mi ha messo al lavoro, come vedi…
LORENZO: Non ti annoi con Salif…
FELA: Assolutamente! E tu? Che ti ha detto il notaio?
LORENZO: Mi ha spiegato come dobbiamo fare per fare il compromesso per la casa, ma devo ancora trovare una banca che ci conceda un buon mutuo…
FELA: Hai provato a cercare on line?
LORENZO: Qualcosa… ma non ho deciso nulla…
FELA: Se ti va cerchiamo un po’ insieme…
LORENZO: Magari!
FELA: Prima però devo finire di sistemare questi prodotti...

Il giorno dopo…
SCENA 7
VALERIA: Mi fa piacere darti una mano visto che non c'è Olga e devi pensare tu alla casa...
ANNA: Grazie Valeria, sei un'ottima amica... Accidenti, c’è una macchia!
VALERIA: Al prossimo lavaggio vedrai andrà via...
ANNA: Lo dico sempre di usare il detersivo naturale che vende Salif… è ottimo!
VALERIA: Pazienza! Mettiamo a posto le pentole?
ANNA: Va bene. Eccole qui, sono lavate e asciutte e anche le padelle.
VALERIA: Dov’è la brocca dell’acqua?
ANNA: È lì. Nel pensile in alto a destra.
VALERIA: Ecco qua.
ANNA: Certo che non è facile gestire una casa…
VALERIA: Eh no… specialmente quando manca il capo…
ANNA: Hai ragione... chissà Lucia… quando avrà la sua casa… lei è così attenta… ama i particolari…
VALERIA. È vero… vedrai che avrà una casa molto carina…
ANNA: Mi piacerebbe darle una mano… lei e Lorenzo hanno trovato una casa ma è piccolina… dovranno fare qualche lavoretto…
VALERIA: Potresti darle qualche consiglio… è il tuo lavoro…
ANNA: Lo farò… la casa ha solo un soggiorno con angolo cottura e una cameretta… e poi il bagno… Certo, noi siamo fortunati… la nostra casa è abbastanza grande… il soggiorno è spazioso, ognuno di noi ha la sua stanza da letto… e abbiamo un bagno molto comodo… Certo è sempre occupato perché siamo tanti!
VALERIA: E tu ci passi molto tempo!
ANNA: A proposito… vado a prepararmi… dopo ho un appuntamento con un architetto, amico dei genitori di Karim… voglio chiedere qualche consiglio per il mio lavoro…
VALERIA: Ottimo!
ANNA: Ci metto un secondo, così poi usciamo insieme!
Più tardi…

SCENA 8
SALIF: Credo che dovremo proporre vari tipi di viaggi... viaggi culturali... viaggi nella natura... viaggi a piedi... viaggi di vacanza... viaggi a tema... viaggi di istruzione... ne devo parlare con Karim... identificare i diversi percorsi sarà il suo compito quando andrà in Senegal...
Nel frattempo…

SCENA 9
ANNA: Architetto Shojai.
ARDESHIR SHOJAI KAVEH : Oh, buongiorno.
ANNA. Buongiorno, io sono Anna e la ringrazio per aver accettato questo incontro, Lei come me si è laureato in architettura in Italia. Come mai ha scelto questo paese?
ARDESHIR SHOJAI KAVEH : Questa è una cosa molto interessante, perché negli anni ‘60 lei deve sapere in Iran, specialmente in Iran dominava la cultura italiana, cultura dell’arte italiana, del cinema, della musica, dell’architettura, io ero un liceale, già eravamo sotto questo desiderio di imparare di cose italiane perché c’era anche un po’ somiglianza di culture, di rapporti e allora io non vedevo l’ora di finire il liceo, facevo il liceo scientifico, venire in Italia e seguire in special modo quando leggevamo qualcosa di Brunelleschi, Leonardo da Vinci, Michelangelo, era il massimo chiedere dalla vita. Sono venuto in Italia, è stato molto faticoso studiare all’Università, una lingua che non è tua, ci mettevamo a piangere certe volte sui libri ma poi alla fine siamo riusciti.
ANNA: Ha mai progettato di andare a lavorare in Iran?
ARDESHIR SHOJAI KAVEH : Vedi quando uno vive all’estero, uno come me, come tanti, come noi stranieri, si vive due vite, una volta soffri per l’Italia, una volta soffri per l’Iran, una volta gioisci per l’Italia, una volta gioisci per l’Iran hai due tipi di amore, due tipi di sofferenza, tutto è doppio.
Ho fatto diversi tentativi per andare in Iran a lavorare ma solo che non sono riuscito a rimanere lì, perché avevo la mia vita a Roma. Sono venuto in Italia nel 1970. Lei può capire che ho tantissime storie qua.
ANNA: Dopo tanti anni, quanto è forte il suo legame con la sua cultura e quanto influisce nel suo lavoro di architetto?
ARDESHIR SHOJAI KAVEH : Io leggo due quotidiani, uno italiano, uno iraniano. Sono informatissimo continuamente con tutto quello che succede in Iran, anche politicamente, perciò è quella cultura, non si può negare. Io quando facevo l’Università, con il mio maestro Sacripanti, mi ricordo era nel ’74 una volta mi ha visto i progetti, allora mi guardò e disse “ma tu sei svedese?” dico
“ no, professore perché? sono persiano, sono iraniano” “ no dimmi persiano perché un tuffo nella memoria di Persia, ma scusa perché metti tutti questi vetri, vetri, vetri?” dico “ è architettura moderna.” “ no ti devi tuffare nella tua memoria, vedere i bagagli culturali che hai, se vuoi lavorare con me devi imparare prima,tuffarti nella memoria conoscere le tue cose di origine, dopo vediamo cosa puoi fare” . E lì ho imparato che è vero, non posso alzare la matita sulla carta non pensando al mio passato, alla mia infanzia, ai miei ricordi: e’ stato un grande insegnamento il mio maestro.
ANNA: Senta io sono molto interessata all’architettura biocompatibile, anche Lei pensa che sia il futuro delle nostre città?
ARDESHIR SHOJAI KAVEH : Certamente, senza ombra di dubbio, è una cultura che deve essere divulgata alla grande, io posso dire una cosa che negli anni 70 la facoltà di architettura di Roma era dominata da grandi progettazioni sul cemento armato. Il cemento armato era il padrone totale della creatività nostra.
C’erano gli slogan che dicevano “ peccato che il cemento non prende il fuoco” , noi studenti ridevamo, ma chi sono questi pazzi che dicono il cemento non prende fuoco. Oggi, con tanti anni di esperienza ti posso dire che è uno slogan bellissimo “ peccato che il cemento non prende il fuoco”, io quando vado in cantiere e getto il cemento, mi creda veramente mi fa intristire perché è un sarcofago per la natura, per la terra, lo so benissimo che la terra muore.
ANNA: Grazie mille, mi ha offerto molti spunti per il mio futuro di architetto.
ARDESHIR SHOJAI KAVEH : Prego, buon lavoro.
ANNA: Grazie

Il giorno dopo…
SCENA 10
LORENZO: Forse ce la facciamo… il mutuo che ho trovato con Fela mi sembra molto conveniente…
LUCIA: Quando ci daranno la risposta?
LORENZO: Spero presto. Devono controllare i nostri redditi.
LUCIA: Se tutto va bene… presto potremo firmare il contratto…
LORENZO: Poi dovremo fare dei lavori…
LUCIA: È vero… non so proprio da dove cominceremo…
LORENZO: Forse dovremo rivolgerci a un esperto… ma… non abbiamo molti soldi…
LUCIA: Beh… prima compriamo la casa e poi vedremo…

Più tardi…
SCENA 11
FELA: Dobbiamo sbrigarci o arriveremo tardi per il film… Dov’è Mansur?
SALIF: È in bagno, davanti allo specchio, a lavarsi i denti… da quando gli hai insegnato bene come si fa non si stacca più dal lavandino…
FELA: Orsetto lavatore! Zio, non prendi la sua giacca nell’armadio?
SALIF: Subito. (tra sé) Olga, mi manchi... In quale sportello l’hai messa?
FELA: Vicino a quello della biancheria…
SALIF: Ecco fatto. Adesso però andiamo a prendere Mansur o vedremo solo la fine del film!
Poco dopo…
SCENA 12
ANNA: Et voilà! Sarà esattamente così! C’è tutto quello di cui avete bisogno!
LUCIA: Non è possibile!
LORENZO: È la nostra casa!
ANNA: Ho realizzato un modello in scala per farvi vedere le modifiche possibili… Con questa scaletta interna avrete un letto soppalcato e lo spazio aumenta. E spostando questo muro ottenete un piccolo ripostiglio…
LUCIA: È bellissima!
ANNA: I lavori non costeranno molto. Conosco delle ditte molto economiche fra cui potete scegliere… e l’architetto è gratis!
LORENZO: Brava Anna! Sei una grande architetta!
LUCIA: E una meravigliosa amica!
Continua…

LE PAROLE DELL’ITALIANO
L’appartamento che Lucia e Lorenzo vogliono comprare è proprio piccolo:
ANNA: .......la casa ha solo un soggiorno con angolo cottura e una cameretta… e poi il bagno.
La casa della famiglia Ba, invece, è più grande, perché loro sono in cinque. C’è la camera matrimoniale di Olga e Salif, la cameretta di Anna e la cameretta di Fela e Mansur. C’è un bagno e poi c’è una grande stanza che i nostri amici usano sia come cucina, sia come zona pranzo sia come soggiorno, con un bel divano, un tavolino basso, delle librerie e, naturalmente, la televisione.
OLGA: ........la nostra casa è abbastanza grande… il soggiorno è spazioso, ognuno di noi ha la sua stanza da letto… e abbiamo un bagno molto comodo

Conosciamo già i nomi degli elettrodomestici della cucina, e sappiamo che nella cucina di casa Ba ci sono il tavolo e le sedie. Ai muri, invece, sono attaccati i pensili per i piatti, i bicchieri, le pentole e le padelle. Sentiamo Olga e Anna:
OLGA: .........Mettiamo a posto le pentole?
ANNA: Va bene. Eccole qui, sono lavate e asciutte e anche le padelle.
OLGA: Dov’è la brocca dell’acqua? La riempio e la metto in frigorifero…
ANNA: È lì. Nel pensile in alto a destra.

Finora, invece, non abbiamo mai parlato del bagno. In bagno ci sono il lavandino, il water, il bidè, la vasca e la doccia, che tutti insieme chiamiamo “sanitari”. C’è anche uno specchio per pettinarsi, truccarsi, farsi la barba e lavarsi i denti, come sa bene Mansur:
OLGA: ..........Dov’è Mansur?
SALIF: È in bagno, davanti allo specchio, a lavarsi i denti… da quando gli hai insegnato come si fa non si stacca più dal lavandino…
Nella camera di Olga e Salif c’è il letto matrimoniale. A destra e a sinistra, ci sono i comodini, con una lampada e la sveglia. Poi c’è l’armadio, con due sportelli per i vestiti e uno sportello per la biancheria della casa (le lenzuola, gli asciugamani, le tovaglie ecc.):
OLGA: ............Salif, mi prendi la giacca nera nell’armadio?
SALIF: Subito. In quale sportello l’hai messa?
OLGA: Vicino a quello della biancheria…

Adesso conoscete molte parole per descrivere anche voi la casa in cui abitate. La casa in cui abitate. Che cos’è questa parola: cui? Possiamo dire che è il fratello (o la sorella…) di una parola che abbiamo già studiato: il pronome relativo che. Infatti, funziona esattamente come che: si riferisce a una parola che sta prima e la riprende in una frase che viene dopo. Sentiamo qualche esempio:
ANNA: ..............C’è tutto quello di cui avete bisogno!
LUCIA: .............Le banche a cui abbiamo chiesto informazioni non ci hanno convinto…
SALIF: Li ho imparati negli anni in cui andavo a scuola
OLGA: .............Hai telefonato a quella società di cui abbiamo parlato?
ANNA: .......Conosco delle ditte molto economiche fra cui potete scegliere

Quando Anna dice “conosco delle ditte economiche fra cui potete scegliere”, il pronome cui unisce due frasi: “conosco delle ditte economiche” e “voi potete scegliere fra queste ditte”. Che differenza c’è fra che e cui? La differenza è che, mentre che si usa da solo, cui è sempre preceduto dalle preposizioni: di cui, a cui, in cui, fra cui, e anche da cui, con cui, per cui,. Vi ricordate?


PICCOLA STORIA DELL’ITALIANO
Gli anni della censura: il Fascismo e la lingua italiana

Oggi Fela ci ha raccontato che durante il regime fascista non ci si poteva dare del lei. A che cosa si riferiva? Dal 1922 al 1943 in Italia non c’è stata la democrazia. Benito Mussolini ha sostituito il sistema democratico con una dittatura: il fascismo. Durante questo periodo, il fascismo ha impedito in tutti i modi l’uso delle parole straniere nella lingua italiana, ad esempio ha vietato l’uso delle parole straniere nelle insegne dei negozi, nella pubblicità, nei nomi delle strade e degli alberghi. Una delle parole più usate durante la dittatura è stata sicuramente duce, un termine che in latino, al tempo degli antichi romani, signicava ‘capo’, ‘condottiero’, e che gli italiani dovevano usare per indicare Mussolini. Nel 1938 i fascisti hanno anche vietato l’uso del lei. Le persone non potevano più darsi del lei: dovevano usare il voi. Invece di dire “Lei, signora, come sta?” dovevano dire “Voi, signora, come state?”. Ma gli aspetti più gravi sono stati altri. Per prima cosa, il regime fascista ha impedito in tutti i modi l’uso dei dialetti. Poi, ha perseguitato le minoranze linguistiche, gli italiani che parlavano altre lingue, come per esempio quelli che parlavano il tedesco in Alto Adige o lo sloveno nella Venezia Giulia. Dopo la fine della seconda guerra mondiale, insieme alla democrazia, in Italia sono tornate tutte le libertà, anche quella di usare le parole e le lingue che preferiamo.

LA BUSSOLA
L’acquisto della prima casa

In questa puntata, Lucia, amica di Anna, è alla ricerca di una casa per andarci a vivere con Lorenzo, dopo il matrimonio. Ascoltiamo le due ragazze.
L'acquisto della prima casa non fa dormire sonni tranquilli: al pensiero di spendere molti soldi e all'ansia del mutuo si aggiunge la difficoltà di sapere che cosa si deve fare.
Dobbiamo avere del denaro per darlo in acconto al venditore (si tratta della cosiddetta caparra confirmatoria) e dobbiamo avere i requisiti giusti per ottenere un mutuo da una banca e pagare il prezzo complessivo della casa.

Poi, dovremo restituire ogni mese alla banca la somma avuta in prestito, oltre agli interessi, per molti anni - 10, 15, 20, 25 ed anche 30, - come spiegano Lucia ed Anna.
La Costituzione Italiana non riconosce espressamente il diritto ad avere una casa, come invece afferma l’articolo 25 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, e come ha più volte affermato la Corte Costituzionale.

Per diventare proprietari di una casa, bisogna firmare davanti a un notaio un contratto di vendita. Questo contratto serve a trasferire la proprietà da una persona ad un’altra.
Prima di firmarlo, di solito, il venditore e il compratore firmano un contratto preliminare detto anche compromesso, proprio come quello di cui parla Lorenzo, il futuro marito di Lucia.
Con questo contratto venditore ed acquirente si impegnano e obbligano a vendere e ad acquistare la casa entro un determinato tempo e a un prezzo preciso.

Il contratto di vendita, preparato dal notaio e firmato dal venditore e dal compratore,
deve essere registrato presso l’Agenzia delle Entrate. La registrazione comporta il pagamento di una tassa, chiamata imposta di registro. Questa imposta è più o meno alta a seconda se si compra la prima casa o una seconda o terza casa. La differenza è notevole: pensate che in Italia se acquistiamo una prima casa paghiamo un’ imposta di registro pari al 3% del valore della casa come risulta al Catasto dei Fabbricati (o l’imposta sul valore aggiunto – cioè l’Iva, del 4% se acquistiamo da una impresa costruttrice); del 7% se abbiamo già la prima casa e ne acquistiamo un’altra.

Il contratto di vendita deve essere anche “trascritto” (cioè annotato) presso un ufficio chiamato Conservatoria dei Registri Immobiliari che mantiene aggiornati gli elenchi di tutte le case e di tutti i terreni (cioè i cosiddetti beni immobili) presenti sul territorio italiano. Qui possiamo trovare tutte le informazioni su un immobile: una casa, un negozio, un garage e così via.
Della registrazione e della trascrizione si occupa il notaio.

Lo Stato italiano dà agevolazioni a chi vuole acquistare la sua prima casa, prevedendo delle imposte,cioè delle tasse, più basse.
Per ottenere queste agevolazioni, dobbiamo trasferire la residenza nella casa che compriamo: dobbiamo andare ad abitarci e fare domanda al comune per avere in questa casa la residenza legale.
Avete ascoltato Lorenzo? Forse ha trovato la banca che gli dà il mutuo per comprare casa.

Per avere un mutuo bisogna guadagnare abbastanza per pagare non solo la rata, ma anche per provvedere ai bisogni quotidiani nostri e della nostra famiglia, come comprare cibo e vestiti e pagare le spese per le utenze domestiche ( acqua, luce e gas).

Se non riusciamo a ottenere un mutuo, possiamo prendere una casa in affitto.
In questo secondo caso, dobbiamo firmare con il proprietario della casa un contratto scritto di locazione.
Pensiamo ad esempio a Tania che abbiamo visto nelle puntate precedenti. Lei vive in
un appartamento non di sua proprietà, e ogni mese paga al proprietario un canone di locazione, cioè un affitto, una somma di denaro concordata nel contratto.

Della locazione abbiamo già parlato nella precedente serie di In Italia.
Abbiamo visto, ad esempio, che secondo la legge italiana (Legge 9 dicembre 1998, n. 431) un contratto di locazione per abitazione non può scadere prima di 4 anni e può essere rinnovato per altri 4 anni, se non ci sono motivi particolari, espressamente indicati dalla legge, per cui il proprietario debba rientrarne in possesso.
Anche il contratto di locazione va “registrato” presso l’Ufficio del Registro Immobiliare. Occorre pagare un’ imposta di registro pari al 2% del canone di locazione annuo.

Ovviamente, quando siamo proprietari di una casa, possiamo usarla come vogliamo. Se invece la casa non è nostra, cioè abbiamo la casa in locazione, dobbiamo custodirla, non danneggiarla e non cambiare nulla al suo interno, se non con l’autorizzazione del proprietario. Possiamo, però, viverci e, se siamo in regola con il pagamento dei canoni di locazione, il proprietario non potrà mandarci via fino a quando non scade il contratto.

Ospite: Ardeshir Shojai, architetto