Caporalato

Caporalato

Le parole della lingua italiana

Caporalato
La parola caporalato indica l’attività criminale dei caporali. Si chiama caporale, nell’Italia meridionale, la persona che trova gli operai e i braccianti agricoli per farli lavorare nei campi, dove i lavoratori vengono usati per raccogliere la frutta e la verdura di stagione, oppure vengono utilizzati nei cantieri edili abusivi, cioè senza autorizzazione. I caporali nelle prime ore del giorno cercano la manodopera, cioè i lavoratori per la giornata, per farli lavorare abusivamente, fuori da ogni controllo e senza assicurazione. Il caporalato è contro la legge perché i caporali procurano i lavoratori giornalieri al proprietario delle imprese agricole e dei cantieri di costruzioni, e in cambio prendono dei soldi (cioè una tangente). I caporali sfruttano soprattutto gli emigrati clandestini, che spesso non hanno il permesso di soggiorno e sperano di migliorare le proprie condizioni di vita, e invece finiscono nelle mani di queste persone e ne diventano schiavi. L’attività del caporalato è illegale: i lavoratori vengono pagati poco e senza rispettare le normali tariffe dei contratti, scavalcando le regole del collocamento. Il fenomeno del caporalato è diffuso in varie parti del mondo: in Italia soprattutto nelle regioni meridionali, ma da qualche anno anche in quelle centrali e settentrionali. Il reato del caporalato è punito con la reclusione in prigione da cinque a otto anni e una multa da 1000 a 2000 euro che il caporale deve pagare per ogni lavoratore sfruttato.