Le parole dell'italiano: ci vado in treno…

Unità 8 - Livello A2

Oggi voglio parlarvi della parola ci. Noi già sappiamo che ci può significare noi e a noi (per esempio: “Salif ci conosce” significa “conosce noi”; “ci parla” significa “parla a noi”); sappiamo anche che ci si usa per dire “c’è” e “ci sono”. Come fa Salif: SALIF: Beh… ci sono almeno due ipotesi… La parola ci, però, ha anche altri usi e significati. Può riprendere una cosa detta prima, e allora significa questo, questa cosa, queste cose con davanti una preposizione, che può essere a, di, in, su, per. Sentiamo: SALIF: Ma… pensavo… dopo la litigata di oggi… OLGA. Già… ci sono stata tanto male, Salif! SALIF: Allora non vuoi lasciarmi? OLGA: Lasciarti? Ma certo che no! SALIF: Davvero? OLGA: Ma no! Non ci penso proprio! SALIF: Scusa, avevi ragione, non dovevo prendere una decisione importante senza parlarne con te! OLGA: Ma no, Salif, non pensarci… volevi farmi una sorpresa… Olga dice “Ci sono stata tanto male”. Vuol dire: sono stata tanto male per questa cosa, cioè per la litigata di oggi. Poi Salif dice: “Allora non vuoi lasciarmi”, e Olga risponde: “Non ci penso proprio”, cioè “Non penso a questa cosa”, a lasciarti. In queste frasi la parola ci, sta prima del verbo, ma con l’infinito e l’imperativo sta dopo, e si scrive attaccata al verbo (Olga dice: “Salif, non pensarci”, cioè “Non pensare a questa cosa”, e il ci è attaccato all’infinito pensare, che perde la e finale: pensare → pensarci). Oltre che una cosa, ci può indicare un luogo. Sentiamo: PASSANTE: Vai al Museo dei Misteri! FELA: Grazie! Ci vado senz’altro. La risposta di Fela “Ci vado”, significa “vado al Museo dei Misteri”. Attenzione, perché ci può indicare anche una o più persone, invece di un luogo. Come in questo esempio: SALIF: Intanto, io e Olga il mese prossimo andiamo in Senegal! Così ti presento a tutta la nostra famiglia! OLGA: Il mese prossimo? SALIF: Certo, devi conoscere mia madre, i miei parenti… Non vuoi andarci? “Non vuoi andarci?”, significa “Non vuoi andare dai miei parenti?”, appunto, delle persone. E adesso passiamo a un altro argomento. Andiamo alla stazione ferroviaria con Olga: OLGA: Vorrei sapere gli orari dei treni per Potenza IMPIEGATO: Quando vuole partire? OLGA: Domani. IMPIEGATO: I treni per Potenza domani partono alle 7.30 e alle 14.40. OLGA: Il collegamento è diretto o devo cambiare treno? IMPIEGATO: Deve cambiare treno. OLGA: Per l’eurostar devo pagare un supplemento? IMPIEGATO: Certo. OLGA: Bene, un’ultima cosa… da quale binario partono i treni per Potenza? IMPIEGATO: Di solito partono dal binario 5. OLGA: Arrivederci e grazie! Avete sentito com’è brava Olga? Conosce tutte le parole che riguardano una stazione ferroviaria. Impariamole anche noi: per viaggiare in treno, prima di tutto dobbiamo comprare un biglietto per Milano, per Parigi, per Potenza..., cioè dobbiamo indicare la destinazione. Il biglietto può essere di sola andata oppure di andata e ritorno, e di prima classe, più costoso ma più comodo, o di seconda classe, più economico. Sul biglietto, c’è scritto il numero del vagone o carrozza dove dobbiamo sederci e il numero del nostro posto. Dobbiamo sapere, poi, da quale binario parte il treno. Di solito il numero del binario si legge sul cartellone che elenca tutte le partenze e tutti gli arrivi dei treni, o si ascolta dell’altoparlante della stazione. Non mi resta che salutarvi e augurarvi buon viaggio!