Quel primo fumetto in italiano...

Piccola storia dell'italiano

Anche oggi Fela ci ha rivelato una delle sue sorprese riguardo alla storia dell’italiano. Il più antico fumetto del mondo è stato fatto in Italia, a Roma, verso la fine del 1100, e le parole di questo fumetto sono state scritte nella lingua parlata a Roma in quegli anni: un romanesco, come vedremo, non troppo diverso dall’italiano attuale. Su un muro dei sotterranei della Basilica di San Clemente a Roma, vicino al Colosseo, c’è un affresco che descrive un miracolo fatto da San Clemente, il terzo papa della storia, vissuto nel I secolo dopo Cristo. Clemente è odiato e perseguitato da un nobile romano che si chiama Sisinnio, questo Sisinnio lo ha fatto legare da tre suoi servi. Ma Dio, con un miracolo, trasforma san Clemente in una colonna pesantissima, che i servi non riescono a tirare con la corda con cui avevano legato il santo. Questo miracolo provoca uno scambio di battute fra le quattro persone, e le frasi,le battute, sono scritte accanto alle figure, un po’ come accade nei fumetti di oggi. Queste frasi non sono in latino: sono dette e scritte soprattutto nel romanesco di quel tempo, una lingua sorprendentemente vicina, almeno in questo esempio, all’italiano di oggi. Lo dimostra in particolare la frase con cui Sisinnio rimprovera i suoi servi. Siccome è arrabbiato perché questi schiavi non riescono a trascinare Clemente,che è diventato una colonna, Sisinnio, che non si rende conto che il santo è diventato una colonna, dice ai servi una parolaccia: “Figli dele putte, tràite!”, cioè: “Figli delle puttane, tirate”. Beh, più italiano di così… [nota esplicativa dell’autore: “Fili de le pute, tràite!” è solo un fatto grafico: la pronuncia della l in fili era palatale (come la nostra in figli), e la t semplice in pute rendeva graficamente una pronuncia doppia: putte]