Frediano Sessi racconta Primo Levi

I sommersi e i salvati

"Coloro che si sono salvati, si sono salvati perché ci sono i sommersi, cioè perché altri sono morti al posto loro": questo è il semplice e terribile assunto da cui parte Primo Levi nella sua riflessione lucida e personale messa nero su bianco in quello che è il suo ultimo libro I sommersi e i salvati, pubblicato nel 1986, un anno prima che si togliesse inaspettatamente la vita. Ce ne parla uno dei massimi esperti di Primo Levi e di letteratura concentrazionaria, il saggista Frediano Sessi che si fa portavoce della narrazione dell'autore, capace di descrivere con profondità di sguardo e analisi oggettiva - nonostante l'averne vissuto l'esperienza diretta - i meccanismi che portano alla creazione di "zone grigie" di potere tra oppressori e oppressi, la corruzione economica e morale delle persone che vivono nei sistemi concentrazionari, o in esperienze analoghe tra i cui i gulag sovietici, replicando simili dinamiche comportamentali nelle realtà quotidiane odierne.