Gramsci per la scuola. Conoscere è vivere

Giuseppe Benedetti e Donatella Coccoli

La scuola, l’acquisizione della conoscenza, l’importanza della cultura: questi sono per Gramsci i temi che costituiscono l’essenza stessa della politica. Ne ha scritto moltissimo, ma questo inestimabile patrimonio di idee è andato disperso strumentalizzato e spesso cancellato. Così come è stata cancellata la sua critica radicale all’ideologia religiosa, responsabile di aver condizionato la formazione degli italiani.
Il volume "Gramsci per la scuola. Conoscere è vivere", scritto da Giuseppe Benedetti e Donatella Coccoli, edito da L'asino d'oro, si pone l’obiettivo di recuperare l’organicità originaria del pensiero gramsciano, mostrandone la sua straordinaria attualità. Gramsci dice ai politici che hanno bisogno di cultura, agli intellettuali che devono essere politici, a tutti, come lui fa per l’intero arco della sua vita, che devono studiare e cercare, sempre.
Contro la confusione, l’estemporaneità e l’indefinitezza delle ultime proposte per la scuola, scoprire e leggere Gramsci significa incontrare un pensiero non scisso tra teoria e prassi, potentemente coerente e contraddistinto da un interesse profondo per l’essere umano. Recuperare e restituire le idee di Gramsci sulla conoscenza che è vita, sulla storia degli esseri umani che è sempre progresso, sul sapere che non è mai facile, significa opporsi alla rassegnazione e all’idea della impossibilità di un cambiamento.

Giuseppe Benedetti è un docente di scuola. Si occupa prevalentemente di didattica della lingua, a cui ha dedicato manuali scolastici e saggi, tra cui Scritti sui banchi (2009, insieme a Luca Serianni). Ha tenuto corsi di aggiornamento per docenti all’Accademia dei Lincei e all’Accademia della Crusca. Collabora con il settimanale “Left”, su cui scrive di politiche scolastiche.

Donatella Coccoli è una giornalista. Dal 2009 è al settimanale “Left”, dove si occupa, tra l’altro, di scuola, welfare, diritti. Ha curato nelle scuole corsi di scrittura giornalistica e redazione di giornali scolastici.
Su questa esperienza ha scritto il libro Penne sconosciute (2005), presentato dal Clemi (Centre pour l’éducation aux médias et à l’information) all’Università La Sorbonne di Parigi.