Giorgio Albertazzi: incontro con Attilio Bertolucci

"Assenza, più acuta presenza"

In questo video rarità di Rai Teche, Giorgio Albertazzi incontra il poeta Attilio Bertolucci, autore dei celeberrimi versi: "Assenza, più acuta presenza". Albertazzi avvia il dialogo partendo da questa affermazione: "Quando penso alla poesia, penso sempre al gioco". L'accostamento del gioco alla poesia è condiviso anche da Bertolucci: il gioco è manifestazione libera infantile, contrapposta al mondo non libero degli adulti. Riguardo alla sua poesia, Bertolucci afferma di essere sempre vergognoso del suo scrivere versi e parla del suo "sradicamento" dai luoghi dell'infanzia come di una ferita, citando, a sostegno, due scrittori francesi: Barrès e Gide. Sin dall'epoca romantica, afferma Bertolucci, non esiste più un poeta che non si senta ferito, in qualche modo. Nell'ultima parte dell'incontro un giovane legge una poesia scelta: "In tempo di disimpegno", Bertolucci la commenta sottolineandone e chiarendone l'implicito significato polemico.

 

Assenza,
più acuta presenza.
Vago pensier di te
vaghi ricordi
turbano l’ora calma
e il dolce sole.
Dolente il petto
ti porta,
come una pietra
leggera.

 

Attilio Bertolucci (1911-2000), padre dei registi Bernardo e Giuseppe Bertolucci, è stato un importante poeta e traduttore (di Wordsworth e Baudelaire) nell'epoca d'oro in cui la poesia era portata in palmo di mano come una delle massime espressioni culturali del paese. Ma Bertolucci è stato anche critico letterario, sceneggiatore e documentarista, e ha ricevuto nella sua carriera diversi premi e riconoscimenti prestigiosi: nel 1984 la Laurea Honoris Causa in Materie Letterarie dall'Università di Parma; nel 1987 la Penna d'Oro dalla Presidenza del Consiglio e nel 1992 il Premio Feltrinelli dell'Accademia dei Lincei. Dal 2004 la città di Parma organizza la cerimonia di assegnazione del Premio Internazionale di Poesia Attilio Bertolucci, a lui dedicato.