Pirandello e il suo Enrico IV

Rappresentato per la prima volta a Milano nel 1922

Uno dei capolavori teatrali di Luigi Pirandello è il dramma in tre atti Enrico IV, uno studio sul significato della pazzia e sul rapporto tra finzione e realtà: “Enrico IV” fu scritto da Pirandello nel 1921 e rappresentato per la prima volta il 24 febbraio 1922 al Teatro Manzoni di Milano.

Rai Letteratura ricorda la grandezza di Luigi Pirandello (Agrigento, 28 giugno 1867 – Roma, 10 dicembre 1936), scrittore, drammaturgo e poeta, grazie alle parole di chi lo ha conosciuto di persona, il regista e sceneggiatore Carlo Ludovico Bragaglia (Frosinone, 1894 - Roma, 1998), che in questa intervista - a un passo dal compiere i cento anni, intervistato nel portico della sua bella casa - analizza l’affascinante semplicità, la bontà inaudita dello scrittore siciliano. E quella sua grandezza, “sempre in bilico tra profondità filosofica e divertimento paradossale”. Pirandello, un amico vero e sincero per Bragaglia. Furono proprio i fratelli Bragaglia a suggerire a un Pirandello ancora novelliere l’idea che una sua prosa, L’uomo dal fiore in bocca, potesse diventare un monologo teatrale.

Pirandello si avvicinò alla psicanalisi freudiana in seguito alla malattia psichiatrica che condurrà sua moglie Antonietta in manicomio. I tratti dell’intera opera di Pirandello, infatti, trovano la propria radice nella vita privata – spesso tormentata e solitaria - dello scrittore. Pirandello, il grande Pirandello, non sorrideva quasi mai. I temi della disgregazione dell’Io, della perdita identitaria, del contrasto fra Vita e Forma sono il tratto caratteristico della sua poetica e della sua drammaturgia.

Raggiunge il successo nel 1904 con il romanzo “Il fu Mattia Pascal”. Dagli anni Venti, si dedica completamente al teatro, fondando la Compagnia del teatro d’arte. Nel 1934 è insignito del Premio Nobel per la Letteratura. Tra le sue opere più note: “Uno, nessuno, centomila”, “Il berretto a sonagli”, “Così è (se vi pare)”, “Sei personaggi in cerca d’autore”.