Stefano Debei. Il sole artificiale

Serve per testare importanti strumenti scientifici


Da sempre l’uomo sogna di spingersi nello spazio alla ricerca di nuovi pianeti da esplorare.

Uno di questi pianeti è Mercurio, la cui superficie può essere considerata come una mela spaccata in due: metà della sua superficie è infatti estremamente calda (più di 400 °C) e l'altra metà estremamente fredda (circa - 170 °C). Mercurio è anche il pianeta più vicino al Sole e l'irraggiamento solare è dodici volte superiore a quello che abbiamo sulla Terra.

​​​​​​​Stefano Debei, direttore del Centro di Ateneo di Studi e Attività Spaziali "Giuseppe Colombo" dell'Università di Padova, spiega che riprodurre in laboratorio le condizioni estreme dello spazio prima del lancio di un satellite o di un robot spaziale è un passo indispensabile per collaudare, verificare e ottimizzare prestazioni di sofisticate strumentazioni scientifiche. A questo serve il 'Sole artificiale' del CISAS, che ha consentito di testare molti importanti strumenti scientifici.