Casa Sapiens: "Attento, lupo"

Nona Puntata

Nella favola di Cappuccetto Rosso rappresentiamo il lupo come infido, ingannatore, predatore, quando sappiamo che il lupo molto difficilmente caccia l’uomo. È anche per la loro cattiva fama che i lupi hanno più volte rischiato l’estinzione. Sono stati cacciati e in alcune zone del mondo del tutto sterminati. Negli Stati Uniti ne esistevano 250 mila prima dell’arrivo dei coloni, oggi ne sono rimasti 6 mila. Il lupo è un mammifero tra i più diffusi al mondo. Grazie alle sue capacità di adattamento ha popolato tutti gli ambienti e in Italia lo si poteva incontrare perfino sulle coste. Poi è stato ricacciato sugli Appennini, nei boschi e le sue colonie sono andate riducendosi per poi, ultimamente, crescere di nuovo. Non arrivavano a 200 alla fine degli anni Settanta, sono diventati 300 secondo stime recenti del WWF, dopo che i Sapiens hanno cominciato a proteggerli lasciandoli liberi di vivere in equilibrio con le proprie fonti di approvvigionamento. Ma restano una specie a rischio, complice anche il bracconaggio, e non sono gli unici. Secondo l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale perdiamo 50 specie viventi al giorno. Negli ultimi 500 anni sono scomparse tra le 150 mila e le 260 mila specie dei 2 milioni di specie esistenti.

Un’estinzione è per sempre perché gli animali che scompaiono non c’è modo di riportarli in vita. Api, anguille, squali sono alcune delle specie a rischio. In Italia restano un migliaio di esemplari di lontre, ce ne vorrebbero 4 volte tanto per assicurare il loro futuro. Nel Mediterraneo, dove viene a riprodursi, il tonno rosso è presente dieci volte in meno che 20 anni fa. Sono numerose le specie che rischiamo di perdere per sempre. Alcune conosciute, come la tigre della Tasmania, si sono estinte da tempo. 

A minacciare la sopravvivenza degli animali che popolano i nostri mari c’è la pesca industriale, una vera arma di distruzione di massa che porta sull’orlo dell’estinzione molte più specie di pesci di un tempo. 110 milioni di tonnellate è il pescato nel mondo, ma continuando a raschiare i fondali, anche utilizzando navi con dispositivi tecnologici avanzati, si sta abbassando drasticamente. Si pescano pesci sempre più piccoli e più giovani, si colpisce la catena alimentare alla base.

A minacciarli è anche la plastica. 140 milioni di tonnellate di plastica finiscono ogni anno negli oceani. Secondo dati dell’OCSE il 50% viene lasciato in discariche controllate, il 19% incenerito e il resto abbandonato nell’ambiente. La plastica e la microplastica dispersa in mare si aggrega in vere e proprie isole: le cosiddette plastifere, vortici di materiale, soprattutto monouso, che fluttuano nei nostri mari uccidendo i pesci che la ingoiano o vi restano impigliati.

Le estinzioni di massa sono fenomeni naturali che attraversano le ere geologiche e richiedono decine di migliaia di anni; per questo potremmo trovarci, senza accorgercene, nel mezzo di un’estinzione, la sesta, la prima causata da una specie in particolare: l’uomo. La crisi della biodiversità a cui stiamo assistendo è gravissima. Secondo il WWF in quarant’anni abbiamo eliminato il 60% delle specie viventi e il tasso di estinzione è migliaia di volte più elevato rispetto agli ultimi 10 milioni di anni. I Sapiens sono vittime e carnefici dell’ambiente. Ma possono smettere di esserne le vittime solo se rinunciano a esserne i carnefici.

Mario Tozzi e le sue incursioni nel passato, nel presente e nel futuro della vita dei Sapiens proseguono con la nona puntata di Casa Sapiens, una produzione Rai Cultura, in onda su Rai Scuola (canale 57 del digitale terrestre).

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