Speciale sport: parla Gianni Mura

Storia del ciclismo e la coppia Coppi-Bartali

 

Tra mito e fenomeno la differenza secondo me è che il mito è più duraturo del fenomeno. Il fenomeno può essere anche moda di un momento. Il mito è più duro da buttar giù

In occasione della Giornata Mondiale dello Sport, vi riproponiamo questa intervista al giornalista Gianni Mura, scomparso il 21 marzo 2020, esperto di temi e problematiche sociali legate a questo fenomeno.

La storia dello sport sembra tessersi sulla storia della sua ricezione: dall`era pretelevisiva delle gesta e degli eroi immersi in una dimensione fantasiosa, raccontata nel tempo, all`era della televisione, dei miti e dei fenomeni onnipresenti sul piccolo schermo, fino all`era dei social network, dei miti globalizzati, resi ancora più grandi dalla condivisione diffusa.

Lo sport crea miti, fenomeni, ma crea anche esempi da seguire, perché per assurdo, come dice lo stesso Mura, allo sportivo vengono richieste qualità morali superiori al politico. I miti e le leggende subiscono lo sguardo severo del giudizio dei fans, interdetti tra lo splendore delle vittorie deistiche e l`opacità delle miserie umane. L`elenco è lungo ma valgano per tutti quelli di Maradona e Pantani.

La storia dello sport è fatta anche di storie dei vari sport. Mura si sofferma su quella del ciclismo dai fasti del periodo Coppi-Bartali all`ultimo spettacolo vero degli anni di Pantani, fino alla totale cupezza del ciclismo dei nostri giorni in cui il fascino anacronistico dello sport senza tempo pare perdersi nell`ambigua storia dei fenomeni attuali.