Domenico Losurdo, il marxismo e lo Stato

Una pillola di filosofia

 

Il filosofo e storico della filosofia Domenico Losurdo (1941–2018), in un'intervista tratta dall'Enciclopedia Multimediale delle Scienze Filosofiche (1992), propone un ripensamento della dottrina marxista dello Stato, da una parte dichiarando l`insostenibilità della tesi della sua estinzione, giusta la previsione marxiana, che già Lenin e Gramsci sottoposero a critica, dall`altra, in polemica con Norberto Bobbio, sostenendo l`attualità della doppia funzione che Marx riconosce allo Stato, come strumento del dominio di classe ed organo di assicurazione reciproca tra i vari strati della classe dominante (Ideologia tedesca).

Prova ne sia il fatto che nello stato d`eccezione, dal Direttorio alle Guerre mondiali, la democrazia è sempre pronta a trasformarsi in dittatura, anche in paesi di tradizione liberale, come Stati Uniti e Inghilterra

Per quanto riguarda i rapporti tra marxismo e anarchismo, che hanno in comune la dottrina dell`estinzione dello stato, Losurdo sulla traccia dei Quaderni del carcere, tende a marcarne le differenze.
La transizione al comunismo è vista da Gramsci come passaggio a una società regolata, che presenta le caratteristiche dello Stato etico.