Evita Peron
Un mito nella storia argentina
Il 26 luglio 1952 muore Evita Peron, una delle donne più famose e influenti del XX secolo, moglie del presidente argentino Juan Domingo Peron. Un mito della storia argentina.
Il suo nome da ragazza è Eva Maria Duarte e quando incontra Peron fa l’attrice radiofonica. La coppia diventa immediatamente popolare in tutta l’Argentina: lei bellissima, lui un astro nascente della politica, già ministro della guerra. Quando Peron viene eletto presidente il 4 gennaio del 1946, Evita viene nominata ministro del lavoro. Insieme portano a termine numerose riforme economiche.
Al culmine del suo successo personale Evita si ammala di cancro e muore. Per gli argentini è un dolore immenso. Il giorno dei funerali a Buenos Aires non è più possibile trovare un solo fiore, sono tutti deposti davanti al suo feretro. Nel 1955, un golpe militare costringe Peron a rifugiarsi in Spagna.
Il filmato, tratto dal programma di Rai Storia "Passato e Presente" di Paolo Mieli, ne ricostruisce la vita e la carriera politica.
Per approfondire vedi anche:
Detto fatto: Evita Peron
Evita Peron si candida come vicepresidente (22 agosto 1951)
Peron eletto presidente dell'Argentina (24 febbraio 1946)
Il suo nome da ragazza è Eva Maria Duarte e quando incontra Peron fa l’attrice radiofonica. La coppia diventa immediatamente popolare in tutta l’Argentina: lei bellissima, lui un astro nascente della politica, già ministro della guerra. Quando Peron viene eletto presidente il 4 gennaio del 1946, Evita viene nominata ministro del lavoro. Insieme portano a termine numerose riforme economiche.
Al culmine del suo successo personale Evita si ammala di cancro e muore. Per gli argentini è un dolore immenso. Il giorno dei funerali a Buenos Aires non è più possibile trovare un solo fiore, sono tutti deposti davanti al suo feretro. Nel 1955, un golpe militare costringe Peron a rifugiarsi in Spagna.
Il filmato, tratto dal programma di Rai Storia "Passato e Presente" di Paolo Mieli, ne ricostruisce la vita e la carriera politica.
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