La storia della Pulsella d'Orléans

La storia della Pulsella d'Orléans

Giovanna d'Arco

La storia della Pulsella d'Orléans

Tenete la croce in alto, cosicché io possa vederla anche attraverso le fiamme.
Giovanna D'Arco

Dal programma di Alessandro Barbero e Davide Savelli. a.C.d.C. Donne nella storia la vicenda di Giovanna d'Arco, tra le donne più affascinanti del Medioevo: santa per la Chiesa cattolica, eroina nazionale per i francesi, catturata e messa al rogo dagli inglesi. 

Il documentario ripercorre le gesta leggendarie della giovane che in pieno XV secolo ha il coraggio di fare quello che per qualsiasi altra donna all'epoca sarebbe stato impensabile. La "pulsella di Orléans", nome con cui viene ricordata, nasce in una famiglia contadina intorno al 1412 a Domrémy, e muore neanche ventenne il 30 maggio 1431 a Rouen. Il contesto storico è quello di una fase molto difficile per la Francia: la guerra dei Cent’anni (1337-1453) che vide contrapposti gli eserciti di Francia e Inghilterra.

Con il Trattato di Troyes (1420), il legittimo erede al trono di Francia, Carlo di Valois, era stato diseredato. Il giovanissimo Enrico VI, re d’Inghilterra, era diventato allo stesso tempo re di Francia e di Inghilterra. Il reggente di Francia, Giovanni di Lancaster, duca di Bedford, si impegnava a far accettare il dominio inglese su tutta la Francia. Di fatto, gli Inglesi occupavano gran parte della Francia settentrionale con l’aiuto del ducato di Borgogna, governato da Filippo il Buono. Anche gli abitanti di Domrémy, il villaggio dove viveva Giovanna d’Arco, dovettero abbandonare le proprie case e le proprie terre.   

La storia di Giovanna, che a quel tempo aveva solo 13 anni, comincia quando la giovane, molto cattolica, afferma di sentire delle voci che provenivano da Dio e che le imponevano di salvare la Francia dal giogo iglese, riportando il legittimo re Carlo di Valois sul trono. Il primo atto della sua missione la vede davanti al tribunale locale per rifiutare il matrimonio che il padre aveva organizzato per lei. Convinse i giudici che non accettare quell'obbligo rientrava nei suoi pieni diritti.

Nel maggio del 1428, seguendo le indicazioni delle “voci”, Giovanna d’Arco si tagliò i lunghi capelli, indossò vestiti maschili e raggiunse Vaucouleurs, una fortezza in cui si erano riuniti alcuni lealisti del delfino Carlo. Inizialmente il capitano locale, Robert de Baudricourt la respinse. Ma l’insistenza di Giovanna, che nel frattempo era riuscita a crearsi un nutrito gruppo di sostenitori, lo portò nel febbraio del 1429 a cedere alle sue richieste. Il piano era quello di liberare la città di Orléans dagli Inglesi, poi rendere il delfino sovrano legittimo attraverso una solenne cerimonia a Reims, tradizionale luogo di incoronazione dei monarchi di Francia, decretando  la definitiva sconfitta di Inglesi e Borgognoni.

Nel marzo del 1429, brandendo uno stendardo bianco – il colore della purezza - come il destriero che cavalcava, Giovanna d’Arco partì per Orléans con l’esercito che avrebbe dovuto soccorrere la città. Non le venne affidato nessun ruolo di comando, la sua presenza tra le schiere dei soldati fu inizialmente solo simbolica. Re Carlo puntava infatti a sfruttare il grande carisma che la ragazza aveva sul popolo e sui soldati.  Il 27 aprile del 1429 lo spettacolare arrivo di Giovanna d’Arco a cavallo, preceduta da un corteo di sacerdoti che intonavano cori sacri, ebbe il potere di rivoltare le sorti della guerra. L’esercito, che portava anche viveri ai difensori, riuscì ad entrare attraverso la porta di Bourgogne, sul lato est delle mura. Fatto il suo ingresso in città, Giovanna venne acclamata dalla folla.  

Nel corso di uno dei tanti assalti alla città, Giovanna fu ferita da una freccia nemica ma questo non le impedì di guidare l'assalto finale, il 7 maggio, ottenendo il giorno dopo il definitivo ritiro degli Inglesi. La sua fama di eroina iniziò a crescere tra i suoi connazionali ma gli Inglesi cominciarono a far circolare la voce che una fanciulla in grado di sconfiggere eserciti doveva essere una strega posseduta dal demonio, nonostante godesse anche dell'appoggio di alcuni importanti esponenti del clero. Il 18 giugno, a Patay, l’armata inglese subì un'importante sconfitta. Implacabile, l’esercito continuò a marciare verso Reims, e diverse città si consegnarono spontaneamente. Altre, come Troyes, capitolarono senza sforzi. Il 16 luglio fu finalmente la volta della resa di Reims, ed il giorno successivo Carlo VII veniva incoronato re di Francia.  

Secondo la "pulsella", l'obiettivo successivo e più importante doveva essere Parigi ma questa volta Carlo VII si mostrò più cauto. A corte si preferiva trattare con i Borgognoni, nel timore, tra l’altro, che il potere della fanciulla potesse diventare incontrollabile. Gli Inglesi ed i Borgognoni riuscirono così a consolidare la propria posizione a Parigi, resistendo ad un attacco guidato da Giovanna d’Arco l'8 settembre. A questo punto, per ordine del re, l’esercito degli Armagnacchi dovette ritirarsi. A dicembre la "pulsella" e la sua famiglia vennero ricompensati con un titolo nobiliare.  

Una momentanea tregua tra Francia e Inghilterra costrinse Giovanna all’inattività fino al maggio del 1430, quando Carlo VII le ordinò di partecipare alla difesa di Compiégne da un imminente attacco di Borgognoni. Il 23 maggio, durante un assalto all’accampamento nemico a nord della città, la ragazza, vittima di un agguato, venne disarcionata e catturata. Condotta presso il castello di Beaurevoir, da dove tentò in più occasioni di evadere senza successo, in seguito venne consegnata agli inglesi dai Borgognoni per 10.000 lire tornesi, valuta della Francia medievale. Questi la portarono a Rouen, principale centro in loro possesso, dove venne processata. 

Ben 70 i capi d’accusa, tra cui l’eresia, la stregoneria, e persino l’essersi vestita da uomo, al tempo un reato accostabile all’eresia. In realtà l’obiettivo del processo era politico: inglesi e borgognoni intendevano liberarsi della pericolosa condottiera, screditando allo stesso tempo Carlo VII, i cui successi e la cui reputazione molto dovevano all’opera della ragazza. Dal canto suo il re di Francia, a cui certamente non conveniva essere associato ad una strega eretica, preferì evitare tentativi per ottenere la liberazione di Giovanna.    

Dopo un anno di prigione e minacciata di morte, nella primavera del 1431, Giovanna si dichiarò colpevole, firmando una confessione in cui negava di aver comunicato con la divinità. La mattina del 30 maggio, all’età di 19 anni, nella piazza del mercato di Rouen Giovanna d’Arco venne pubblicamente bruciata su una pira. 

Per approfondire:


Muore sul rogo Giovanna D'Arco (30 maggio 1431)