La nascita dei Lincei

Daverio racconta la prima Accademia scientifica

In questa puntata di Passepartout (L'accademia dei Lincei,  2009), Philippe Daverio racconta la nascita di un'istituzione importantissima per lo sviluppo della cultura moderna seicentesca, la prima accademia scientifica dei Lincei.
La prestigiosa associazione di scienziati, fu istituita nel 1603, a Roma, da Federico Cesi (1586-1630), un patrizio umbro-romano, appassionato studioso di scienze naturali. Per promuovere e coltivare i suoi studi naturalistici, soprattutto di botanica, egli fondò un sodalizio con tre giovani amici e colleghi, l'olandese Giovanni Heckius (italianizzato, Ecchio, 1579-1630), il marchigiano Francesco Stelluti (1577-1653) e l'umbro Anastasio de Filiis (1577-1608). 

Il nome scelto dall'Accademia era già emblematico: la lince, felino preso a simbolo della dotta compagnia, voleva evocare l'eccezionale acutezza di sguardo dell'animale, un nuovo guardare della scienza modernità che ora procedeva su osservazioni pratiche e non dogmatiche 

Oggetto di studio dell'Accademia dei Lincei, come la concepì Cesi, erano tutte le scienze della natura, sottoposte a libera osservazione sperimentale, di là da ogni vincolo di tradizione e autorità. È questa la grande novità che caratterizza i Lincei, tra la folla di Accademie letterarie che fiorirono in Italia fra Cinque e Seicento.
L'approccio dei Lincei, non contemplava vincoli nei confronti della precedente tradizione aristotelico-tolemaica, dato che la nuova scienza sperimentale, sempre con un atteggiamento di rispetto, spesso la metteva in discussione. 


Galileo Galilei, stampa d'epoca

Ciò apparve subito chiaro già agli inizi di vita della nuova Accademia che, dal 1611, contemplò tra i suoi soci lo scienziato pisano Galileo Galilei (1564-1642).
In questi primi anni di attività, l'Accademia chiamò a sé, secondo il generoso piano del Cesi, anche  figure di dotti studiosi eclettici italiani e stranieri, some il napoletano Giovanni Battista Della Porta (1535–1615) e il tedesco Giovanni Faber (nato Johann Schmidt, 1574–1629), nominato cancelliere dell'Accademia. 
A questo antico nucleo linceo, risalgono importanti pubblicazioni e ricerche di astronomia, fisica e botanica. Primeggia, Il Saggiatore (1623) di Galilei, trattato sulle comete dove lo scienziato fornisce, per la prima volta, le linee programmatiche delle sue osservazioni sulle macchie solari e sul fenomeno delle maree. 

Il trattato di Galilei andò alle stampe con il benestare del teologo domenicano Nicolò Riccardi e la dedica degli accademici Lincei, al nuovo papa Urbano VIII 

L'ultima e importante opera collettiva dell'Accademia di Cesi, fu la pubblicazione, non integrale, del trattato "Il Tesoro Messicano sulla flora, fauna e farmacopea del Nuovo Mondo", risultato finale di un'iniziativa dell'Accademia durata quasi mezzo secolo e basata su una stretta collaborazione scientifica tra Spagna e Italia. Il merito della diffusione dell'opera spetta principalmente a uno dei fondatori dei Lincei, Francesco Stelluti che, dopo la morte di Cesi, portava alle stampe, nel 1651, gran parte del materiale scientifico raccolto in Messico, dal medico e naturalista spagnolo Francisco Hernandez; questi, inviato da Filippo II Re di Spagna nel lontano 1570, impiegò ben sette anni per portare a termine la missione.
A metà del Seicento, circa mezzo secolo dopo la fondazione dell'Accademia dei Lincei, la prima e più illustre fase della sua lunga vita era già conclusa. L'intensa attività del suo fondatore e Principe Federico Cesi, bruscamente interrotta dalla morte prematura avvenuta nel 1630, venne protratta con gli sforzi generosi di Stelluti e Cassiano dal Pozzo.
Per due secoli, altri studiosi cercarono di rinnovare ciò che rimaneva della memoria dell'illustre sodalizio romano e il più importante di tutti, fu il tentativo ottocentesco dell'abate Feliciano Scarpellini (1762-1840), con una sua Accademia di impostazione fisico-matematica, titolata dei "Nuovi Lincei". 

Un deciso ponte con i Lincei cesiani, fu tratto solo nel 1847 ad opera di Pio IX, che ristabilì la seicentesca Accademia con l'antico nome, "Pontificia Accademia dei Nuovi Lincei"

L'ultimo e definitivo restauratore dello spirito originario dell'Accademia scientifica romana,  fu il piemontese Quintino Sella (1827-1884), politico e scienziato che, nel 1874, riaffermava l'ideale di una scienza laica quale valore primario da coltivare nell'istituzione dei Lincei, ora qualificata come "nazionale" e "reale".
L'Accademia di Sella, oggi considerata l'erede naturale della tradizione cesiana, univa in una larga e lungimirante visione, le seicentesche scienze dei lincee, a quelle "morali" o umanistiche, come storia, filologia, archeologia, filosofia, economia e diritto.

Da allora, l'Accademia dei Lincei consta due classi, una per le scienze fisiche e l'altra per quelle morali, una struttura, rimasta per grandi linee immutata

I risorti Lincei di Sella, figli del Risorgimento italiano, laico e  liberale, trovavano la propria sede definitiva a Palazzo Corsini di via della Lungara, prestigioso edificio in Trastevere, ristrutturato nel Settecento da Ferdinando Fuga e assegnato, grazie allo scienziato piemontese, dal nuovo Stato italiano.
L'olimpo del pensiero scientifico e umanistico italiano e straniero che ha riempito gli annuari e le sale della sede romana, è molto ampio: da Righi, Pacinotti e Fermi, a Pasteur,  Rontgen ed Einstein, da Mommsen e Wilamowitz a Comparetti, Croce e Gentile.
Nel filmato, un'intervista al medico e studioso Lamberto Maffei (1936), illustra l'organigramma e gli scopi dell'istituzione di oggi. Maffei, direttore dell'Istituto di Neuroscienze del CNR (1980-2008), è stato anche presidente dei Lincei  (2009-2015) ed è oggi membro onorario.

APPROFONDIMENTO
Speciale. Accademia Nazionale dei Lincei

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