Flavio Caroli e i misteri di "Ritratto di signora"

Che tempo che farà, 2020

Invitato alla celebre trasmissione di Fabio Fazio (Che tempo che farà), lo storico dell’arte Flavio Caroli svela la storia rocambolesca del noto “Ritratto di Signora” realizzato da Gustav Klimt (1862-1918) e oggi custodito nella Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi di Piacenza.
I misteri del dipinto, risalente agli anni fra il 1916 e il ’18, e recentemente oggetto anche di un romanzo di Gabriele Dadati (La modella di Klimt e il mistero di un furto), iniziano con l’identità della donna ritratta, forse la compositrice austriaca Alma Mahler Schindler, amica di Klimt, o forse, l’ebrea Ria Munk, morta giovane e della quale la madre chiedeva all’artista un’effigie.

Guance rosse, pelle incipriata, capelli nero corvino come il marcato sopracciglio, “Ritratto di Signora” rientra in una serie di ritratti femminili della ricca borghesia viennese realizzati negli ultimi anni di vita di Klimt 

Nel 1925, il collezionista Giuseppe Ricci Oddi acquistava dal milanese Luigi Scopinich, su intermediazione dell’architetto Giulio Ulisse Arata, “Ritratto di Signora”, tela che entrò nella sua Galleria d’Arte nel 1931. 


Gustav Klimt, Ritratto di signora, 1916-’17, olio su tela, 55x60cm., Galleria d'Arte Moderna Ricci Oddi, Piacenza

Nel febbraio del 1997 il dipinto venne trafugato dalla galleria piacentina e per circa ventidue anni, nonostante la riapertura delle indagini, non si ebbero notizie. Nel dicembre del 2019 il “Ritratto” fu ritrovato in un vano esterno del museo. 

Un caso? Ma il mistero di questo ritratto non si limita al bizzarro ritrovamento di cui Caroli qui chiarisce i fatti

“Ritratto di Signora”, infatti, cela anche un’altra storia che risale proprio agli anni della sua realizzazione. Esso fu ridipinto dall’artista stesso che interveniva su un altro ritratto eseguito qualche anno prima, ritenuto disperso e riprodotto in un volume dei Classici dell’Arte Rizzoli. Di questo primo dipinto, esposto nel 1912 a Dresda, si conservava una sola riproduzione fotografica tratta dall’illustrazione pubblicata sulla rivista “Velhagen und Klasings Monatshefte” (1917-‘18), con una datazione di Franz Servaes intorno al 1912.
A scoprire il doppio dipinto, nel 1996, fu l’occhio indagatore della giovane Claudia Maga da Broni, all’epoca maturanda del Liceo Artistico Sperimentale presso l’Istituto Magistrale “Colombini” (Piacenza) che, semplicemente sovrapponendo le immagini delle due donne, ebbe l’intuizione.

Nella tela della Galleria Ricci Oddi, ultima versione del “ritratto”, manca il voluminoso cappello a larghe tese e la vaporosa sciarpa fasciante l’esile collo d’un pallore simbolista 

Nello studio di Fazio, con Flavio Caroli, appare intervistata tra il pubblico anche Claudia Maga, dopo oltre vent’anni dalla sorprendente scoperta giovanile.
Oggi docente di lettere, l’abile studentessa di allora racconta che durante una ricerca scolastica su una decina di ritratti femminili conservati alla Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi, confrontava il celebre “Ritratto di signora“, datato 1916-17, con il ritratto klimtiano scomparso dal 1912 circa. La somiglianza era sorprendente e tra le due figure si potevano ben cogliere a occhio nudo gli identici tratti somatici dei volti.
A convalidare l’intuizione di Claudia Maga furono le indagini scientifiche a raggi X affidate alla prestigiosa ditta romana “Il Cenacolo srl”, una delle compagnie italiane di più̀ lunga esperienza e specializzazione nel settore, con all’attivo numerose indagini svolte su importanti opere di maestri quali, Caravaggio, Raffaello, Guido Reni, Giulio Romano, Dosso Dossi e Modigliani. 

FOTO DI COPERTINA
Flavio Caroli a “Che tempo che fa”