Tiepolo pittore di corte a Madrid

Tiepolo nero, 4° puntata, seconda parte

Gli abissi di Tiepolo (2020), serie ideata e condotta dallo storico dell’arte Tomaso Montanari, con la collaudata regia di Luca Criscenti, celebra l’ultimo grande pittore italiano dell’età moderna in occasione dei 250 anni dalla morte. 
Le quattro puntate di un’ora circa l’una, trasmesse in prima serata da Rai 5, sono qui presentate integralmente da Rai Scuola in forma di brevi brani consecutivi.
Nella seconda parte della quarta puntata, “Tiepolo nero”, Montanari illustra gli ultimi affreschi di Tiepolo a Madrid, con quelli di Würzburg, apice della pittura del Settecento europeo (Tiepolo a Würzburg e Madrid).

Le tematiche di celebrazioni elaborate per il Palazzo Reale spagnolo, costituiscono una sintesi dell‘opera del grande frescante che qui fa trionfare non tanto il re, ma la sua pittura, fa notare Montanari

Nel 1761, a sessantacinque anni, Tiepolo era chiamato a Madrid dal re Carlo III Farnese per affrescare la sua dimora. Prima di intraprendere il lungo viaggio, intercorsero estenuanti trattative tra l’artista e il duca de Montealegre, allora ambasciatore spagnolo a Venezia. Tiepolo, come Bernini con Re Sole un secolo prima, veniva strappato ai suoi impegni dai nobili veneziani che, attraverso la sua fama, gestivano il loro potere nelle corti europee. 

Durante questo periodo, l’artista elaborava diversi bozzetti, ancora visibili

L’artista partì con i due figli Domenico e Lorenzo e rimase in Spagna fino alla morte, in un soggiorno alquanto tormentato, sia per la vicinanza a corte del pittore neoclassico boemo, Anton Raphael Mengs (1728-1779), anche lui chiamato a decorare le Sale di Palazzo Reale, sia per le notizie che arrivavano della moglie rimasta a Venezia. 
Dopo un viaggio faticoso, che necessitò di una riabilitazione fisica di almeno due settimane, l’oramai anziano Tiepolo si mise all’opera per la decorazione più grande e impegnativa della sua carriera: il soffitto della “Sala del Trono” dedicato alla “Gloria di Spagna” che si estende in una superficie di circa ventisette metri per dieci.  

Su un alto supporto architettonico che fa da cornice al soffitto, dove appare la firma “Tiepolo A 1764”, figure allegoriche enfatizzano le qualità Carlo lll, doti trascritte anche sulla base di una piramide 

Le Province della Spagna (Castiglia, Cordova, Estremadura, Galizia) sono raffigurate con i prodotti peculiari, mentre l’America con i propri indiani in copricapi piumati. 
Per celebrare la Spagna e il suo re, come consuetudine, Tiepolo si avvale di riferimenti storici e mitologici: i doni portati da Cristoforo Colombo dipinto con le braccia tese sul ponte della sua nave e il Dio Nettuno su nuvole bianche che guida la spedizione.
Data l’altezza non trascurabile della Sala, già memore dell’esperienza a Würzburg, Tiepolo adotta particolari accorgimenti per rendere l’immenso affresco leggibile nel suo insieme. Maestro nello scorcio delle figure da sotto in sù, l'artista risolve la chiarezza narrativa dell’ampia superficie disponendo i corpi in gruppi coerenti che, a loro volta, sono incorporati in un efficace disegno d'insieme.

 Il risultato è una distesa ariosa, aperta nel cielo e cosparsa di una vivace popolazione fluttuante che rende omaggio alla Spagna

Alla “Sala del Trono”, succedono gli affreschi con “L’Apoteosi di Enea” (16x23m.) e il “Trionfo della Monarchia Spagnola” (15x9m.), situati, rispettivamente, nella “Sala degli Alabardieri” e nell’”Anticamera della Regina”, detta anche la “Saleta”. 
I lavori a Palazzo Reale furono portati a termine nel 1767, anno in cui l’artista si dedicava alla realizzazione di alcune pale d’altare per le chiese spagnole.
Tiepolo muore improvvisamente a Madrid nel 1770. I suoi resti, deposti nella “Chiesa di San Martin”, sono andati perduti a seguito della distruzione dell’edificio.

Gli abissi di Tiepolo di Tomaso Montanari; regia: Luca Criscenti; fotografia: Francesco Lo Gullo; montaggio: Emanuele Redondi; produzione: Land Comunicazioni; 4 puntate x 60min., 2020

FOTO DI COPERTINA
Giambattista Tiepolo, Ricchezza e benefici della Monarchia spagnola sotto Carlo III, modello per il soffitto del “Salone del Trono”, 1762