John Constable, un naturalista romantico

Verso il paesaggio moderno

 Il mondo è vasto; non ci sono due giorni uguali, neanche due ore; nemmeno ci furono mai due foglie di albero simili fin dal tempo dalla creazione del mondo; e le genuine produzioni dell'arte, come quelle della natura, sono tutte distinte l'una dall'altra
John Constable

Il pittore inglese John Constable (1776-1837) esplorò l'aspetto scientifico e descrittivo del paesaggio attraverso l’osservazione diretta del dato naturale. Seppur molto diverso da William Turner (I segreti di William Turner), anche Constable, debitore della tradizione paesaggistica di Claude Lorrain, è considerato il padre del paesaggio moderno. Ma se il primo esaltò l’immensità del “Sublime”, il secondo trattò l’aspetto più concreto del “Pittoresco”, un nuovo sentimento romantico capace di indurre nello spettatore una riflessione sul tempo che passa e la vita quotidiana che scorre.
Da un punto di vista stilistico, questi due artisti inglesi anticiperanno molte novità della futura pittura moderna, dal Realismo degli anni Trenta e Quaranta, fino agli esiti più rivoluzionari dell’Impressionismo che farà della luce il suo cavallo di battaglia.
I paesaggi di Constable, in particolare, influenzeranno fin da subito la ricerca del grande colorista romantico francese Eugène Delacroix (1798–1863). Non sarà un caso, infatti, che in vita il pittore inglese riuscì a vendere più dipinti in Francia che nella sua nativa Inghilterra. 

Voglio tentare di dipingere ciò che vedo, senza affettazione e con semplicità, come lo vedo”
John Constable, 1803

Da artista romantico, Constable s’ispirò essenzialmente ai suoi paesaggi rurali, i luoghi natii della Dedham Vale, sui quali tornerà a distanza di anni con registri diversi. Dalla natura serena del villaggio sul fiume, il mulino, il cane e le figure silenziose, concentrate sulle proprie faccende quotidiane, ai toni drammatici di alberi frondosi mossi dal vento, nuvole nere, cieli e mari minacciosi che segnano una maturità di lutti familiari

A differenza di Turner, Constable non ebbe grande successo in vita e non divenne parte di istituzioni pubbliche importanti fino al 1829, quando fu eletto membro della Royal Academy: aveva cinquantadue anni 

Suo padre era un mercante di cereali, proprietario di una tenuta e di una piccola nave con la quale trasportava le merci a Londra. Causa la disabilità intellettiva del fratello maggiore di John, il pittore fu avviato a lavorare presso l'azienda familiare per cui, frequentò una scuola di commercio.
Tuttavia, trascorse la giovinezza a disegnare all’aria aperta la sua campagna; questi schizzi veloci successivamente, diventeranno i soggetti di grandi tele realizzate in studio. Questa prassi, già adottata da Turner negli anni Trenta dell’Ottocento, sarà ripresa anche dai pittori di paesaggio francesi della “Scuola di Barbizon”.

La pratica del bozzetto veloce, in termini tecnici detta “en plein air” contribuì ad accorciare le distanze fra lo schizzo e l’opera finita 

Nel 1799, Constable convinse il padre a lasciarlo proseguire sulla strada dell'arte e questi, viste le doti del figlio, gli conferì un piccolo assegno per studiare. Dopo aver appreso i rudimenti presso la bottega di un pittore del posto, Constable entra alla “Royal Academy Schools” dove partecipa a dissezioni anatomiche, come pure studia e copia i vecchi maestri della pittura, tra cui il suo palladino Claude Lorrain, ma anche Nicolas Poussin, Paul Rubens, i Carracci e i paesaggisti del tardo Seicento inglese. 

In questi anni Constable legge molto e di tutto affrancandosi dalla giovanile condizione di commerciante 

Nel 1803, fa una sua prima esposizione alla “Royal Academy”. Lo stile giovanile di Constable ha molte delle qualità del suo lavoro maturo, la pratica “en plein air” infatti, conferisce alle sue opere una luce e un’immediatezza di tocco molto originali. Fin da ora, tuttavia, i suoi soggetti di vita ordinaria, privi di figurine allegoriche, rovine e grandi catastrofi naturali, come nella pittura del giovane Turner, non soddisfano il gusto degli stimatori d’arte inglesi.
In “Barca in costruzione” (1815) la natura fa da protagonista e le piccole figure operose passano in secondo piano mentre, la composizione appare bilanciata sulla diagonale della barca. 

Constable ebbe un’unione molto felice con Maria Bicknell, un amore nato nell’infanzia e coronato dalla nascita di sette figli 

La relazione fu inizialmente difficile da stabilizzare, ostacolata dal nonno e dal padre di lei restii al matrimonio della figlia con una famiglia considerata socialmente inferiore. Ma i genitori di Constable morirono a poca distanza l'uno dall'altro e così, nel 1816, il pittore ereditò l'azienda di famiglia e poté sposarsi. 
“Baia di Weymouth” (1816-1817), mostra un villaggio del Dorset dove la coppia dei Constable trascorse la luna di miele, invitati dall’amico John Fisher futuro vescovo di Salisbury. 
La spiaggia, il mare, le scogliere e un cielo carico di nuvole tempestose che si rispecchiano nel mare suggeriscono l'idea romantica di una natura che domina l’uomo: un piccolo pastore in lontananza con il suo gregge cammina lungo il litorale. Il paesaggio marino è una novità assoluta, ma a colpire sono le nubi nel cielo, futuro soggetto di una serie di tele inedite. 

Constable, fortemente convinto della natura scientifica della pittura, stava di fronte al soggetto con la curiosità di uno scienziato in atto di sperimentare la riproduzione di leggi naturali

"Il cavallo bianco" (1819) è uno dei suoi primi paesaggi su grande formato, una dimensione solitamente dedicata alla “pittura di storia” che imperversava nelle esposizioni ufficiali. Constable ingrandisce la tela rompendo i canoni della classica veduta seicentesca, una sorta di marchio di fabbrica che fece molto parlare la critica e rese l’opera famosa. La tela, che oggi sappiamo essere stata riusata, fu esposta per la prima volta nel ‘19 alla “Royal Academy” e Constable, che difficilmente guadagnò con la sua pittura, in quest’occasione riuscì subito a vendere la sua prima importante opera.
La scena, vista dalla riva del fiume Stour, nei luoghi natii dell'artista, mostra una chiatta nell'angolo a sinistra che trasporta un cavallo sulla sponda opposta del fiume. Alla luminosità di un cielo vaporoso e rosato si contrappone l’ombrosa oscurità del fiume in primo piano, rotta dalle macchie bianche e rosse dell’animale e dell’uomo che lo accompagna. 

Constable evoca un senso di pace e conciliazione tra uomo e natura; nel mezzo di dettagli difficili da distinguere, percepiamo il silenzio rotto solo dal fruscio delle fronde e dal gorgoglio dell’acqua 

Lo studio del soggetto avvenne “en plein air”, uno schizzo nel quale l’artista fissava l’inquadratura e dava una prima stesura di colore a colpi di pennello. Nel successivo trasferimento su tela, fatto in studio date le dimensioni del quadro, Constable cerca di rendere la composizione e il colore più coerenti, servendosi di una tecnica rapida e vigorosa di cromatismi limpidi e brillanti, meditati a lungo sulla pittura di Rubens e degli olandesi. 
Tra il 1821 e 1822, l’artista si dedica ad un soggetto inedito, oltre un centinaio di “Studi di nuvole” (1821-1822), una serie di composizioni che rasentano quasi l'astrazione.

Constable coglieva l’aspetto più mobile del paesaggio, l’attimo di uno sguardo reso con pennellate ampie, veloci ed istantanee

L’indagine sul fenomeno naturale venne fatta con la massima attenzione fin nei minimi dettagli cromatici e strutturali: oggi è indubbia una personale conoscenza del pittore dei nuovi fondamenti di meteorologia, studi scientifici iniziati proprio in quest’epoca. 
I cieli dell’Inghilterra, famosa per le sue piogge, appaiono in masse ampie e dense di cirri, cumuli, strati e nembi, elementi che con il loro volume si stagliano nello spazio. L’efficace osservazione diretta e prolungata dei meccanismi di formazione ed evoluzione della nube è indagata nelle sue qualità luminose e cromatiche delle diverse ore del giorno e della direzione dei venti, dati che l’artista riporta a mano sul retro del foglio. Un metodo già impressionista.

La palma dell’esposizione spetta a un grande paesaggio di Constable, al quale maestri antichi e moderni hanno pochi capolavori da opporre” 
Charles Nodier, Londra, 1821

“Il carro da fieno” (1821), fu esposto alla “Royal Academy” con il titolo di “Paesaggio: Mezzogiorno”: pur non trovando acquirenti, l’opera fece molto parlare e discutere la critica e il quadro ebbe subito uno strepitoso successo. Il pittore Théodore Géricault (1791-1824), all’epoca a Londra per l’esposizione, vide la tela e pur non facendo nessun cenno nei propri taccuini di viaggio, una volta tornato in Francia ne parlò entusiastica con l'amico Delacroix. 
“Carro di fieno” è ambientato nella campagna del Suffolk, nelle immediate vicinanze del fiume Stour, dove appare il mulino di Flatford, proprietà del padre di Constable. In primo piano, due contadini guadano il basso corso d'acqua conducendo un carro vuoto trainato da cavalli. A lato del ruscello, un cane, una donna che attinge acqua, un ragazzo che lancia una lenza e in lontananza, dei contadini sul campo che mietono il fieno, piccoli come puntini. Nella scena domina un sereno equilibrio tra elementi naturali e artificiali: la casa sembra quasi confondersi con la cortina di alberi e il cielo preminente appare solcato da nuvole dense. 

Il tocco di quest’artista è negligente e eccessivo, i piani prospettici non sono ben rispettati e inoltre non c’è alcun ideale; tuttavia il suo delizioso paesaggio, con un cane sulla sinistra, è lo specchio della natura e fa scomparire del tutto un grande paesaggio di Watelet che gli sta vicino, nel salone grande” 
Stendhal, Londra, 1821

Tre anni dopo, nel 1824, “Il carro di fieno” arrivava a Parigi; l’evento prese le mosse dall’entusiasmo di critici, galleristi e pittori francesi, nonché da una recensione esaltante scritta proprio da Stendhal che faceva notare come, tra i magnifici paesaggi inglesi, quelli di Constable erano insuperabili per verità e pathos. 
Per l’occasione, Géricault e i critici dell’epoca sollecitarono il mercante d'arte e gallerista John Arrowsmith ad acquistare l’opera, ma le settanta ghinee offerte a Constable non bastarono, l’artista ne voleva centocinquanta. L'obiettivo di Arrowsmith era quello di esporre la tela al Salon di Parigi del 1824, pertanto, gliene offrì duecentocinquanta a patto che Constable gli cedesse un altro quadro: l'accordo fu sottoscritto.
Al Salon, “Il carro di fieno” riscosse uno brillante successo, malgrado le virulente critiche degli artisti classicisti che biasimarono la preminenza della cromia sul disegno, ma soprattutto, la tecnica di giustapposizione di tocchi di colore e la presenza di forme abbozzate e non definite. 

Prima di Turner, infatti, Constable avviava un’importante rivoluzione tecnica e stilistica, la scomposizione cromatica della tavolozza in piccole macchie di colori puri per esaltare al massimo la luminosità della tela

L’opera, infatti, eseguita con pennellate disomogenee, viene cosparsa di gocce di bianco che rendono l’insieme degli elementi vivi e dinamici obbligando lo spettatore a porsi ad una certa distanza. 
Il Salon parigino si chiuse nel 1825 con la visita regia di Carlo X di Borbone, re di Francia, il quale assegnò a Constable una Medaglia d’oro in virtù del pregio artistico del “Carro da fieno”. 

Constable, tuttavia, ma non andò a ritirare il premio per stare vicino alla moglie malata che morì nel 1828 

Malgrado il successo, la tela rimase invenduta nella galleria Arrowsmith per tre anni: solo nel 1828 fu acquistata dal direttore di teatro Jean-François Boursault-Malherbe e dopo vari passaggi di proprietà, trovava la sua collocazione definitiva alla National Gallery di Londra (1886). 

Alla “Cattedrale di Salisbury” Constable dedicò diverse vedute negli anni, la prima nel 1820 

“La Cattedrale di Salisbury vista dai terreni del vescovo” (1823), venne commissionata proprio dall’amico arcidiacono John Fisher che rifiutò la prima versione del dipinto per un cielo eccessivamente minaccioso e gravido di tempesta. 
Nella seconda versione qui presentata, la cattedrale è ripresa da sud, inquadrando così i terreni e il palazzo-canonica del vescovo; a sinistra, un piccolissimo Fisher indica alla moglie la cattedrale. In primo piano, una fitta vegetazione di alberi si flette sino a formare una sorta di arcata gotica che incornicia la cattedrale in controluce, un effetto che dona leggerezza all'edificio bagnato dal sole con le sue guglie, quadrifore e contrafforti. Sfumato l’edificio sullo sfondo, la cornice dalle fronde scure degli alberi esalta la cattedrale, conferendo alla scena un tono quasi sacro rafforzato dall'altissimo campanile che svetta nel cielo. 
Uno dei suoi ultimi grandi paesaggi, rappresenta proprio il culmine dei suoi numerosi interventi sulla “Cattedrale di Salisbury”. Nella versione conserva alla Tate Britain di Londra, del 1831 (La cattedrale di Salisbury vista dai prati), Constale ingrandisce ulteriormente il formato è sposta il punto di vista inquadrando l’edificio lateralmente. Il pennello fluido e i tocchi spontanei, veloci e fulminei, sono accompagnati dall’uso originale della spatola, con la quale crea l’effetto atmosferico.

Il dipinto era stato esposto alla Royal Academy nel 1831, ma l’artista continuò a lavorarci almeno fino al ’34, quando probabilmente introdusse l'elemento più sorprendente della composizione, un arcobaleno arcuato, forse simbolo di speranza

Negli ultimi dieci anni di vita, Constable vive momenti drammatici.  Cieli, mari e pianure diventano minacciosi, il chiaroscuro si fa più intenso, le pennellate rapide e visibili, mentre le immagini quasi evaporano.

Le ultime opere dell’artista sono intrise del sentimento romantico e malinconico del ricordo

Con “Il Cenotafio” (1833-1836), l’artista immortala il monumento commemorativo di Sir Joshua Reynolds, fondatore e primo presidente della “Royal Academy of Arts”, eretto nel 1812 nella proprietà del noto collezionista Sir Beaumont che lo volle nel parco della sua casa a Coleorton (Leicestershire). 
Constable sceglie questo tranquillo angolo immerso nella natura, quasi sospesa nel tempo, per celebrare il proprio tributo alla memoria del grande pittore inglese. L’artista aveva visitato Coleorton nel 1823, prendendo appunti sul monumento in alcuni disegni a matita. Oltre dieci d’anni dopo, iniziò a trasformare questi schizzi in un dipinto a olio, in un lungo processo lento e meticoloso terminato in tempo per la mostra della “Royal Academy” del 1836. Il dipinto rimase invenduto.

Nel 1831, l’artista era stato nominato Ispettore della classe di “figura” dell’Accademia divenendo noto tra gli studenti per le sue conferenze dedicate alla storia della pittura di paesaggio 

Dopo la morte della moglie, nel 1832, Constable perdeva anche il suo amico John Fisher, mentre i suoi figli ormai adulti, lasciavano la casa paterna.
Risale al 1835, un’opera singolare, “Stonehenge”, un acquerello con cui il pittore esprime la sua inquietudine e malinconia per il tempo passato attraverso un soggetto arcaico e “misterioso”, immerso in un cielo scuro e minaccioso; ma ancora, l'immagine è completata da un doppio arcobaleno, simbolo di speranza e salvezza. La prima visita al sito di Stonehenge era avvenuta nel 1821, dunque, fino all'ultimo anno di vita, il pittore recuperava gli schizzi dai suoi taccuini giovanili.  Esposto alla “Royal Academy” nel 1836, l’artista scriveva a riguardo:

Il misterioso monumento di Stonehenge, giace lontano su una spoglia e sconfinata brughiera, tanto sconnesso con gli eventi del passato come lo è con gli usi del presente, ti porta indietro oltre tutti i ricordi storici dentro l’oscurità di un periodo totalmente sconosciuto
John Constable, 1836

Constable, moriva il 31 marzo del 1837 a Londra, stroncato da un infarto. Fu sepolto nella stessa tomba dell'amata Maria al Cimitero di Hampstead.

FOTO DI COPERTINA
John Constable, dettaglio, Il carro di fieno, 1821, olio su tela, 130x185,4cm., National Gallery, Londra