Napoli, prima e dopo Caravaggio

Napoli, prima e dopo Caravaggio

Una mostra del 2019

Napoli, prima e dopo Caravaggio

Promossa dal Museo e Real Bosco di Capodimonte e dal Pio Monte della Misericordia, la recente mostra 'Caravaggio Napoli', allestita a Capodimonte nel 2019, ha restituito un catalogo aggiornato ed approfondito dell'artista e della sua ampia "cerchia", prima napoletana e poi europea

La presenza di Caravaggio farà rinascere, già negli anni dieci del Seicento, una nuova pittura e gli artefici, costituiranno la prima "cerchia caravaggesca" fatta da artisti locali e non, quasi coetanei del Merisi. Alla questa prima generazione, ne segue una seconda a metà Seicento che porterà a Napoli il barocco (Caravaggio e i caravaggeschi a Capodimonte), attraverso  artisti molto talentuosi come Mattia Preti (1613-1699) e Luca Giordano (1634-1705).
Curata da Sylvain Bellenger e Maria Cristina Terzaghi, qui intervistata (Save the date, 2019), la mostra ha messo a confronto ben venticinque opere del Caravaggio, compresi i capolavori del periodo napoletano, con tele di pittori presenti a Napoli, italiani e stranieri. Da Giovani Battista Caracciolo (1578–1635), detto Battistello a Carlo Sellitto (1581-1614), che con l'artista erano presenti a Sant'Anna dei Lombardi (1609-'10), fino a Fabrizio Santafede (1555-1626), Belisario Corenzio (1558–1646), Giovan Bernardo Azzolino (1572–1645), Giovanni Baglione (1573–1643), Jusepe de Ribera (1591-1652), Massimo Stanzione (1585-1656), Tanzio da Varallo (1582-1633) ed altri ancora. Fra questi, gli artisti stranieri all'epoca presenti a Napoli, Louis Finson (1580–1617) e Abraham Vinck (1574 ca.–1619) che, con il rientro in patria, portarono le novità caravaggesche nel Nord Europa. 


Caravaggio, La Flagellazione di Cristo, 1607-'08, olio su tela, 286x213cm., Museo Nazionale di Capodimonte, Napoli

Caravaggio visse a Napoli complessivamente diciotto mesi, durante due soggiorni: tra ottobre del 1606 e giugno del 1607 e successivamente, nell’autunno del 1609 per circa un anno fino alla morte, avvenuta a Porto Ercole nel viaggio di ritorno verso Roma, nel luglio del 1610. È una stagione intensa e fondamentale per la produzione artistica di Caravaggio, un periodo sul quale gli studiosi hanno indagato per molti anni, essendo meno documentato di quello romano (Claudio Strinati racconta Caravaggio).

La drammaticità della produzione napoletana, con la sua particolare tensione morale, è fortemente influenzata dalla condanna capitale subita dall'artista nel 1606, che emerge come un'ossessione nelle opere buie e nelle teste tagliate degli ultimi anni

Il legame di Caravaggio con Napoli, ebbe un impatto incisivo sulla nascita della "cerchia" caravaggesca napoletana, un gruppo disparato di pittori, quasi tutti di formazione manierista, che di fronte alla dirompente rivoluzione della luce e alla modernità naturalistica del lombardo, colsero subito spunti per cambiare il loro registro.
Già pittore noto e stimato nella Roma dei papa e dei collezionisti (I Caravaggio di Scipione Borghese), nel primo soggiorno a Napoli, Caravaggio dipinse grandi pale d’altare, come le Sette opere di Misericordia per il Pio Monte, la Flagellazione per la Chiesa per San Domenico (Capodimonte), lo stesso soggetto oggi a Rouen, la Crocifissione di Sant’Andrea (Cleveland) e altri dipinti per committenti privati. Fra questi le fonti citano due Salomè con la testa del Battista, identificate con le versioni di Madrid e Londra. 
Nel secondo soggiorno, periodo travagliato dopo la fuga da Malta quando, aspettando la grazia tentava disperatamente di raggiungere Roma, Caravaggio realizzò il Martirio di Sant’Orsola (Caravaggio: Il Martirio di Sant'Orsola), tre pale andate perdute per la Cappella Fenaroli in Sant'Anna dei Lombardi (La Resurrezione; San Francesco riceve le stimmate; San Giovanni Battista), la Maddalena in estasi, nota solo attraverso copie e il San Giovanni Battista della Galleria Borghese.

FOTO DI COPERTINA
Mattia Preti, Sofonisba prende la coppa del veleno, dettaglio, 1630-1640 ca., olio su tela, 87,5x166,5cm., Galleria Nazionale Palazzo Arnone, Cosenza