Il "qui ed ora" nell'Estasi di Bernini

Il diario intimo di Santa Teresa

Tratto da Barocco trionfante (Passepartout, 2004), Philippe Daverio introduce l'opera più coinvolgente e teatrale di Gian Lorenzo Bernini (1598-1680), L'estasi di Santa Teresa, situata nella Cappella Cornaro (1647-1653) della chiesa di Santa Maria della Vittoria a Roma (La Cappella Cornaro di Bernini). 


Gian Lorenzo Bernini, L'estasi di Santa Teresa, 1647-'53, marmo di Carrara e bronzo dorato, Cappella Cornaro, chiesa di Santa Maria della Vittoria, Roma

Cosa potesse comunicare un monumento così spettacolare e carico di pathos sublime tipicamente barocco, al popolo in preghiera dentro la piccola chiesa, lo suggeriscono le parole stesse della Santa riportate in uno dei suoi testi più importanti, scritto in chiave di diario intimo, il "Libro della Vita" (1562-1565).

Vedevo accanto a me un angelo in forma corporea: non era grane, ma piccolo e bellissimo. Nelle sue mani vidi una lunga lancia d'oro la cui punta aveva del fuoco, pareva che mi  trapassasse a più riprese nel cuore, così che mi penetrò nelle viscere. Che poi mi sembrava strappar fuori quando ritirava il dardo, lasciandomi avvolta in una fornace di amore. Il dolore era così acuto che mi fece gemere più volte, e cosi straripante era la dolcezza provocata in me da quella pena intensa, che non si vorrebbe mai che finisse. Benché non fosse un dolore fisico ma spirituale, vi partecipa un po' anche il corpo
Teresa d'Avila

La  cultura  del  Barocco, che Bernini sta divulgando attraverso la sua opera e in particolare nelle scene di Estasi, appare caratterizzata dall’emergere della sfera dell’esperienza, di quel "qui ed ora" che ha implicazioni anche nel campo della nuova scienza moderna. L'empirismo di Galileo infatti, aveva aperto ad un'indagine scientifica profonda, dentro la realtà sensibile dello spazio e del tempo, nel mondo reale delle cose (Scienza, tempo e spazio). 

Gian Lorenzo Bernini, Beata Ludovica Albertoni, 1674, marmo e diaspro, Chiesa di San Francesco a Ripa Grande, Roma

Questo rinnovato significato dell’esperienza, se da una parte guarda all’esterno del soggetto, dall’altra per azione della Controriforma cattolica, opera dentro il corpo e i sensi del credente e spettatore, scuotendo la coscienza e acuendo il senso di responsabilità per il peccato.
Sulle volte, le pareti e gli  absidi di chiese e cappelle, la sensualità dei corpi di religiosi percorsi dall’emozione dell’estasi è varia: martiri esibiti nella loro nudità sofferente, vengono feriti, lacerati o sottoposti ai più feroci  supplizi.  Dalla metà del Cinquecento, con la fine del Concilio di Trento, fino a tutto il Seicento, il tormento dei santi diventa uno dei temi più ricorrenti nell'arte, quasi a testimoniare una nuova visione della religione basata soprattutto sul dolore e sulla mortificazione della carne.

Chi era la Teresa d'Avila che offriva all'uomo contemporaneo una spiritualità basata sull'incontro intimo con Dio ?

Santa Teresa di Gesù (1515-1582), mistica nata ad Avila, apparteneva a una famiglia della piccola nobiltà spagnola, arricchita a forza di commercio grazie all’intraprendenza del nonno paterno, importante mercante di stoffe a Toledo.


Gilles Demarteau, Ritratto di Santa Teresa d'Avila, 1786

Introdotta fin da giovane alla preghiera e alle letture dei romanzi cavallereschi, l'infanzia di Teresa che trascorreva nella beatitudine di un mondo d’amore e d’avventura, venne stroncata, ancora dodicenne, quando morì la madre.
Disorientata, Teresa si ammala mentre, i suoi fratelli, dinanzi al declino del patrimonio familiare e alle scarse prospettive di futuro, salpano per le Americhe in cerca di fortuna e gloria. Ma alla partenza dell’amato fratello Rodrigo, anche Teresa fa la sua scelta e nel 1535, entra nel monastero delle Carmelitane dell’Incarnazione, ad Avila.
Nel contesto ecclesiastico, Teresa conosce la Riforma Protestante e la Controriforma cattolica attuata dalla sua chiesa. Fu così che concepì, attraverso infinite peripezie e contrasti e sofferenze, una riforma interna al proprio Ordine che prese il nome di Carmelitani Scalzi.
Nel 1562, Teresa fondava in Avila il suo primo monastero, dedicato a San Giuseppe, ove le monache cominciarono a vivere in spirito di amore e di sacrificio una vita il più possibile vicina a quella degli antichi monaci del Monte Carmelo.
L’intensità della vita spirituale, la grande opera realizzata, la gravità delle malattie e delle sofferenze d’ogni genere, non impedirono a Teresa di scrivere alcune opere in cui consegna la sua esperienza mistica e la sua dottrina.

FOTO DI COPERTINA
Dettaglio del ritratto a stampa colorata di Santa Teresa d'Avila di Gilles Demarteau, 1786; dettaglio della Santa Teresa di Bernini