Spagna. Un teatro di vita e di morte

Festa Barocca, 1981-1982

Il breve filmato estratto della quarta puntata della serie televisiva Festa Barocca (1981-'82) di Folco Quilici e Jean Antoine (L'impero Barocco di Folco Quilici), introduce il Seicento spagnolo e la sua peculiare teatralità, un aspetto che investe ogni ambito culturale e che trova espressione in un quotidiano scandito da riti, feste e giochi.

A differenza del Nord Europa infatti, la poetica del Barocco in Spagna fa appello alle emozioni forti, indirizzate al compiacimento fisico piuttosto che intellettuale: dall’estasi mistica e di passione, al dolore atroce ravvivato da lacrime e sangue 

Teatralità, rappresentazione, spettacolo sono tutti caratteri fondanti della cultura seicentesca iberica, ancor oggi particolarmente vivi nelle tradizioni popolari e nelle feste religiose giunte fino a noi. La Saetas, per esempio, è una serenata cantata sulle note del flamenco durante la Settimana Santa e rivolta alla figura più venerata nel paese fin dal Cinquecento, la Vergine Maria, icona della controriforma cattolica nella Spagna degli Asburgo, campioni di fede e terrore dei protestanti.
Molteplici le statue della Madonna che decorano la Certosa di Granata, complesso monastico certosino sorto nel Cinquecento ed arricchito di Barocco e Rococò nei due secoli successivi.

Nella Spagna del Seicento la festa barocca per eccellenza è la Corrida, un gioco di morte tra l'uomo e l'animale: un torero che veste un costume decorativo e non protettivo e un toro che si difende aspettando la morte  

A circa quarantacinque chilometri da Madrid, sorge il Monastero di San Lorenzo del Escorial, oggi considerato un tempio di storia, cultura e arte spagnola sviluppata tra Cinque e Seicento


Monastero di San Lorenzo del Escorial, 1563-1584, Madrid

Fatto costruire da Filippo II (1527-1598), come monastero e chiesa, nonché residenza e pantheon dei re di Spagna, l'Escorial è un capolavoro dell'architettura Manierista di fine Cinquecento, un mix straordinario di contrasti formali e simbolici. 

El Escorial era sede del Re di Spagna, signore delle Americhe e paladino della Controriforma cattolica in Europa 

L'immenso complesso a metà strada tra fortezza e residenza campestre, doveva magnificare la potenza monarchica spagnola giunta, sotto il regno di Filippo II, al massimo dello splendore. Iniziato nel 1563 dall'architetto Juan Bautista de Toledo (1515-1567), collaboratore di Michelangelo a Palazzo Farnese di Roma, fu portato a termine nel 1584 dall’allievo Juan de Herrera (1530-1697). 

La rigorosa struttura del palazzo alterna motivi classici austeri di fortezza cinquecentesca, a deliziosi scorci caratterizzati da elementi decorativi arabizzanti, degni dell’Alhambra di Granada

Gli interni vennero decorati dai più prestigiosi artisti del Seicento e il Barocco prese così il sopravvento. Oltre ai capolavori qui preservati di El Greco, Tiziano, Tintoretto, Veronese e Velázquez (Velázquez "pittore dei pittori"), il monastero conserva anche splendidi affreschi barocchi d'epoca. 
Nella Basilica interna, con tre navate e una grandiosa cupola, intervenne da prima Luca Cambiaso (1527-1585) e poi, a fine Seicento, il più talentuoso dei pittori tardo barocchi, il napoletano, Luca Giordano (1634–1705), segnalato al re di Spagna dall'emissario a Napoli, Cristobal Oragnon che, oltre ad apprezzarne le qualità artistiche, lo suggerì anche e soprattutto per la necessità di completare l'affresco in tempi brevi. Giordano infatti, veniva chiamato "Luca fa presto" per la celerità vulcanica con la quale copiava le tele dei grandi pittori del passato ed eseguiva i suoi lavori, come nella Chiesa di Santa Maria del Pianto a Napoli, dove completava gli affreschi della crociera in soli due giorni.
De Herrera fu anche l'architetto della Cattedrale di Nostra Signora dell'Assunzione a Valladolid, opera rimasta incompiuta a causa dello spostamento della capitale del regno a Madrid, un avvenimento che distolse l'interesse da quanto era allora in costruzione nella città. 


Pedro de Ribera, Portale dell'Ospizio di San Fernando, Madrid

L'antico Ospizio di San Fernando a Madrid, oggi "Museo de Historia" costruito nel 1673 durante il regno di Filippo IV, conserva un pregevole portale scolpito su pietra, realizzato da Pedro de Ribera (1683-1742), uno tra i più importanti architetti barocchi del primo Settecento spagnolo.
Durante la prima metà del Seicento, de Ribera aveva lavorato quasi esclusivamente a Madrid costruendo ponti, palazzi, fontane monumentali, chiese e una varietà di edifici pubblici. Discepolo di José Benito de Churriguera (1665-1725), creatore di uno stile ridondante detto "churrigueresco", che mescolava elementi gotici, arabi e messicani, de Ribera ne seguì le tracce e pose nell'austera facciata dell'Ospizio una decorazione in pietra scolpita estremamente vivace.

Gioiello della Siviglia barocca, Palazzo San Telmo, un grandioso complesso iniziato nel 1682 e ultimato ottant'anni dopo, per diventare Collegio di formazione dei giovani marinai

Qui, Leonardo de Figueroa (1650-1730) realizzò nello stile churringuesco la cappella e l'estrosa facciata dell'edificio, caratterizzata da un grandissimo portale di marmo bianco scolpito che spicca nel rosso del contesto. L'ardito intervento scultoreo, vero e proprio segno di arte Barocca, fu portato a termine dal figlio di Leonardo, Matias. 


Interno della Chiesa della Maddalena, Siviglia

De Figueroa fu anche artefice della Chiesa della Maddalena, eretta su un antico sito, fra il 1694 e il 1709, in un fastoso stile Barocco, con pianta a croce latina, tre navate, transetto e cupola sulla crociera. Il pittore locale Lucas de Valdés (1661-1724) realizzò gli affreschi, mentre gli stucchi si devono allo scultore Pedro Roldán (1624–1699).

Fin dalla metà Cinquecento, Siviglia ospitava la Confraternita della Santa Carità per assistere i condannati a morte, gli affogati in mare e le vittime di qualche epidemia

Nel corso del Seicento la sede della congregazione religiosa, l’Ospizio della Carità, si espandeva contrapponendo alla facciata austera, un'esplosione interna di ricchezza decorativa tipicamente Barocca. 


Facciata della Chiesa, Ospizio della Carità, Siviglia

Nel patio principale, fontane, colonne e meravigliosi azulejos colorati, introducono al capolavoro Barocco di Siviglia, la Chiesa di Pedro Sánchez Falconete (1586-1666), eretta tra il 1644 e il 1670. All’interno, l’altare maggiore trabocca di oro mentre pittura e scultura si integrano in una rappresentazione sacra molto teatrale degna del Barocco maturo. La pala d'altare di Bernardo Simón de Pineda (1637-1703), esibisce una “Crocifissione” dipinta e davanti a questa, un gruppo scultoreo della "Santa Sepoltura", realizzato da Pedro Roldán su legno policromo, ad integrare la scena. La Chiesa fu così investita di un fastoso apparato Barocco che esaltava la missione della confraternita, ovvero la sepoltura dei morti evocata con il corpo martoriato di Cristo posto sull’altare maggiore. 
Nella piccola Chiesa dell'Ospizio, tutto sembra rispecchiare i tormenti dell’anima del suo fondatore, il religioso Miguel Mañara. Ori traboccanti e simboli di morte, rappresentano il giovane dongiovanni e peccatore, divenuto poi fervente cristiano e timorato di Dio.


Juan de Valdés Leal, In ictu oculi (“in un batter d'occhi"), 1672, Ospizio della Carità, Siviglia

Nel 1663, Mañara decise l'ingrandimento dell'Ospizio inserendo per l'occasione l'iconografia del "Memento mori" ("ricordati che devi morire"), una decorazione che caratterizzò tutta la chiesa. Il massimo sviluppo del "Memento mori" si ebbe proprio nella cultura di Controriforma cattolica seicentesca: nature morte con fiori e frutta appassiti e composizioni con teschi ed orologi, rammentavano il concetto del "tempus fugit". 
Nell'Ospizio della Carità di Siviglia, lavorarono altri importante di artisti spagnoli del "Siglo de Oro", come Juan de Valdés Leal (1622-1690), qui autore del ciclo di tele dal titolo, “Geroglifici della fine della vita”, dove è evidente l’influenza di Bartolomé Esteban Murillo (1618-1682; Murillo, il sacro e l'infanzia), anche lui coinvolto nella decorazione della Chiesa e Francisco de Zurbarán (1598-1664).

APPROFONDIMENTO
Velázquez "pittore dei pittori"


FOTO DI COPERTINA
Juan de Valdés Leal, In ictu oculi (“in un batter d'occhi"), 1672, Ospizio della Carità, Siviglia