Olanda. Barocco e rigore protestante
Festa Barocca, 1981-1982
Il così detto “Secolo d’Oro” della pittura olandese, durò poco meno di cinquant’anni anni ed ebbe il suo apice nella metà del Seicento, in un momento di floridezza economica e stabilità sociale che il paese conquistava dopo una lunga guerra finita con la Pace di Vestfalia. Infatti, dal 1559 al 1648 circa, in ottant’anni di guerre alternate da brevi periodi di pace, l’Olanda respingeva l’invasione della Spagna, prendendosi le proprie terre e ribadendo la propria tradizione calvinista.
Con la nuova delimitazione dei confini e la nascita della "Repubblica delle sette Provincie Unite" (1618; Zelanda, Utrecht, Gheldria, Overijssel, Frisia, e Groninga), il popolo olandese consolidava i propri valori nella rappresentazione di una vita operosa, serena e sobria, attributi che trovavano espressione in un’architettura severa e in un quotidiano “ritratto” nella vasta produzione di “pittura di genere” tipica del nord Europa.Orgogliosi delle loro conquiste oltreoceano, determinati a dotare il paese di fondamenta solide per garantire continuità culturale, gli olandesi strappavano al mare la terra creando uno dei più moderni sistemi di comunicazione di canali e strade adeguate al commercio
Il principale motore del commercio olandese era il mare. Nel 1602, nasceva la “Compagnia olandese delle Indie orientali” a cui seguiva, nel 1621, quella delle "Indie Occidentali”. La nuova “Repubblica delle Province Unite” concesse alle “Compagnie” il monopolio sui traffici con le Indie e diede anche giurisdizione sulla tratta degli schiavi in Africa, Brasile, Caraibi e Nord America.
Tutte le materie prime passavano per Amsterdam e Rotterdam dove avevano sede alcuni uffici delle compagnie, vere e proprie società azionarie che trasportavano materie prime in tutto il continente.
Pieter Jansz Saenredam, Il Municipio gotico, tavola, 1657
Ad Amsterdam, nell’attuale Piazza Dam, sorgeva il Municipio gotico trecentesco della città; divenuto vecchio e pericolante, già dal 1639 fu pianificata la ricostruzione. Nel 1648, con la Pace di Vestfalia che metteva fine alla “Guerra dei Trent'anni” e riconosceva l'indipendenza dalla Spagna della “Repubblica delle Province Unite”, iniziarono i lavori di ricostruzione. Il progetto venne commissionato al celebre architetto Jacob van Campen (1596-1657), vissuto sei anni in Italia (1615-1621) per formazione, soggiornando a Vicenza dove aveva incontrato il palladiano Vincenzo Scamozzi (1548–1616).
Gerrit Berckheyde, Nuovo Municipio in piazza Dam ad Amsterdam, 1672, olio su tela, Rijksmuseum, Amsterdam
La costruzione costò una somma enorme per quei tempi; infatti, il progetto di Van Campen era molto ambizioso e simbolico del suo valore e funzione. Inoltre, non s’era mai visto prima in Europa un palazzo civico così grande, una monumentalità tipicamente Barocca che doveva riflettere la ricchezza e il prestigio della città di Amsterdam.
Le due facciate, la principale sulla piazza e la posteriore sul retro, sono uguali, ritmate da finestre inquadrate da lesene corinzie e incentrate su un avancorpo aggettante con frontone triangolare. Il frontone della facciata principale sulla piazza venne incoronato con statue bronzee, allegorie di Pace, Prudenza e Giustizia, mentre nel timpano, un complesso rilievo marmoreo, mostrava la ricchezza generata dalla pace nella città di Amsterdam, fra divinità marine e allegorie a testimonianza del suo dominio sui mari.Van Campen, tuttavia, non utilizza la nuova sintassi seicentesca, ma s’ispira al classicismo di Palladio e Scamozzi fin dalla semplicità della pianta quadrata con due cortili interni
L'entrata nell’edificio dal lato principale, inoltre, non avviene tramite il tradizionale portale d'accesso monumentale, ma attraverso sette modeste arcate a tutto sesto che accolgono altrettante porte, riecheggianti le Province Unite e simboleggianti l'apertura del municipio a tutti i cittadini. Domina la facciata principale la torre ottagonale con una cupola altissima, che serviva da avvistamento delle navi, sormontata dal simbolo di Amsterdam.
Nel timpano, la Vergine urbana con ai piedi le statue dei fiumi olandesi, a significare che Amsterdam allunga le braccia per ricevere i tesori dai quattro continenti allora conosciuti: Africa, Europa, Asia e America.La facciata posteriore del nuovo Municipio di Amsterdam è coronata dalla statua di Atlante che sostiene il globo terrestre, affiancato dalla Sobrietà e dalla Vigilanza
Dopo una serie di cambiamenti d’uso dell’edificio, in epoca napoleonica il Municipio divenne Palazzo Reale e anche oggi, rimane ufficialmente a disposizione dei sovrani per ricevimenti.
Nel 1578, il governo cattolico cittadino veniva soppiantato da quello protestante e i praticanti della fede romana cacciati dalla città; ciò provocò la completa spogliazione delle decorazioni interne all’edificio, secondo l'iconoclastia calvinista.Accanto al Palazzo, nell'angolo nord-ovest di Piazza Dam, sorgeva la Chiesa Nuova, la Nieuwe Kerk di Amsterdam, consacrata nel 1409 ed eretta in stile Tardogotico secondo le tendenze brabantine in auge all'epoca
L'arte olandese che per tutto il Cinquecento aveva subìto l’influenza del Manierismo di Anversa, solo nel Seicento acquistava una sua originale fisionomia e una singolare fioritura mai vista prima. In ogni parte del paese operavano migliaia di pittori, dovunque c’era vita attiva, circolavano idee ed erano vivi i sentimenti e lo spirito che avevano plasmato la nuova Olanda.Nel Seicento la Nieuwe Kerk divenne il pantheon dei grandi eroi della marina olandese; spicca al suo interno il monumento funebre in perfetto stile Barocco dell'ammiraglio Michiel de Ruyter, valoroso combattente dell’epoca
Rembrandt, Autoritratto come San Paolo, 1661, olio su tela, 91x77cm., Rijksmuseum, Amsterdam
I centri culturali si moltiplicano: Haarlem, Amsterdam, Utrech, L’Aia, Dordrech, dovunque gli artisti trovano terreno favorevole per soddisfare le richieste della ricca borghesia con un'elevata produzione di “quadri di genere”, quali nature morte, paesaggi, marine e ritratti, destinati ad abbellire le case.
Nella "Repubblica del Nord", politicamente e culturalmente lontana dalla Roma di Bernini e Cortona, il Barocco, nasce e si sviluppa all'insegna dell'arte di Caravaggio (1571-1610).Questa borghesia colta e amante dell’arte, ritrovava nella pittura la propria sobrietà, la purezza delle sue case, degli utensili domestici, dell’abbigliamento decoroso di donne, uomini e bambini
Negli anni Venti del Seicento, infatti, nasceva e operava al Nord la grande scuola dei "Caravaggisti di Utrecht", una prima generazione di pittori formati in Italia (Caravaggio e la sua "cerchia"). In Olanda queste radici erano state tramandate dai molti pittori che, in continui e prolungati soggiorni tra Roma e Napoli, avevano appreso e poi trasmesso la rivoluzione della luce. Attorno alle figure di Hendrick ter Brugghen (1588-1629), Gerrit van Honthorst (1592-1656), Dirck van Baburen (1595-1624) e soprattutto Rembrandt Harmenszoon van Rijn (1606-1669), da giovane vicino a Pieter Lastman (1583-1633) e al tedesco Adam Elsheimer (1578-1610) che, a Roma nei primi anni del Seicento, conoscevano Caravaggio.
Rembrandt, approfondiva come nessun altro artista la strada aperta da Caravaggio, la sovrumana capacità di imprimere nella tela il più profondo nucleo morale degli esseri umani. A partire da sé stesso, nelle trenta incisioni e nei circa quaranta olii oggi conosciuti, Rembrandt si autoritrae dalla primissima giovinezza, fino alla morte, in un catalogo che non ha uguali nella storia dell'arte (Rembrandt: autoritratto di un artista).
Della generazione successiva a Rembrandt, un altro genio, Johannes Vermeer (1632-1675), il pittore della luce pulviscolare e delle donne dipinte come emblemi sacri del suo “quotidiano silenzioso” (Vermeer, la luce, gli interni e la sua Delft).
FOTO DI COPERTINA
Dettaglio della cupola del Municipio di Amsterdam, oggi Palazzo Reale
APPROFONDIMENTO
Amsterdam, la città sull'acqua (Kilimangiaro)
https://www.raiplay.it/video/2019/03/Amsterdam-la-citta-sullacqua---Kilimangiaro-4e0aa0af-53f1-4ac3-8df3-81cab2bd5c12.html